500 anni fa moriva Bramante, uno dei maggiori artisti del Rinascimento italiano
Cinquecento anni fa, l'11 aprile 1514, moriva Donato Bramante, architetto e pittore
italiano, tra i maggiori artisti del Rinascimento. Figura chiave della storia dell’arte,
Bramante è ricordato soprattutto per le chiese e le opere monumentali realizzate a
Milano e a Roma durante il Pontificato di Papa Giulio II, nel quale trovò un committente
ed un amico. Il prof. Christoph Frommel, grande storico dell’arte e direttore
emerito della Biblioteca Hertziana di Roma, traccia un breve ritratto dell’architetto
al microfono di Gabriele Palasciano:
R. – Bramante
deve lasciare la Corte di Milano quando Ludovico il Moro viene cacciato dai francesi
nell’estate del ’99. Dopo qualche mese si decide ad andare a Roma: ma c’è ancora Alessandro
VI, che non gli dà grandi commissioni. Gliele danno però due cardinali: il cardinale
Oliviero Carafa, che gli fa realizzare il Chiostro della Pace; e il cardinale Bernardo
Carvajal, che gli fa fare il Tempietto in San Pietro Montorio. Queste sono architetture
bellissime, ben conservate, ma relativamente piccole. Poi arriva, a novembre 1503,
Papa Giulio II, il primo che gli dà occasione di fare architettura monumentale, di
grande respiro come il Cortile del Belvedere, che è lungo 300 metri, e o San Pietro
con la sua immensa cupola.
D. - Nello specifico quale è stato il suo contributo
alla storia dell’arte e dell’architettura cristiana?
R. - Prima di tutto è
importante dire che non si interessa tanto di palazzi e di ville: la maggior parte
delle sue opere sono chiese e non chiese del vecchio tipo - basiliche come le faceva
Brunelleschi - ma con una sintesi fra le tre culture antico, bizantino e gotico, che
hanno creato nuove tipologie. Per esempio la tipologia della Chiesa del Gesù: una
chiesa a navata, con cupola e croce latina, che è stata creata da lui. Questo continuerà
fino al primo Novecento. Poi scopre la luce come elemento importante per l’architettura
religiosa. La luce che arriva da sopra, che entra da mille fonti. Scopre anche lo
spazio gerarchico, che si espande dal centro e che corrisponde alla gerarchia della
Chiesa.
D. - Cosa dice ancora a noi, oggi, il Bramante?
R. - Lui non
si ripete mai, ma cerca sempre nuove soluzioni che vanno anche verso il moderno. Poi
naturalmente i materiali: il calcestruzzo e contrafforti molto audaci. Tutto questo
va nella direzione di una architettura più ingegneristica, come lo è oggi.