Operativo il Vatican Media Center per le celebrazioni pasquali e la Canonizzazione
dei due Papi
Postazioni di lavoro e attrezzature per carta stampata, Tv e radio: è operativo fino
al 30 aprile il Media Center vaticano voluto per accogliere le centinaia e centinaia
di giornalisti da tutto il mondo che hanno chiesto l’accredito per dare copertura
mediatica delle celebrazioni pasquali e della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni
Paolo II. Il centro, che si trova nell’atrio dell’Aula Paolo VI, vede coinvolti la
Sala Stampa della Santa Sede (che ne avrà il coordinamento generale) la Radio Vaticana,
il Centro Televisivo Vaticano e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Il settore radiofonico sarà gestito dalla Radio Vaticana. Degli obiettivi
e dell’impegno Fausta Speranza ha parlato con Giacomo Ghisani, responsabile
delle relazioni esterne della Radio Vaticana:
R. – Al solo
comparto radiofonico faranno capo circa 30 testate radiofoniche, alle quali corrispondono
un centinaio di giornalisti e tecnici audio che sono naturalmente al seguito di queste
emittenti.
D. – E’ facile ricordare l’esperienza dell’anno scorso, durante
il Conclave, ma ci sono state delle tappe precedenti ...
R. – Sì: ci sono state
tappe precedenti. La formula attuale del Media Center, che si divide in una parte
carta stampata, in una parte televisiva e in una parte radiofonica, risale al 2011,
in occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II. L’esperienza poi fu ripetuta
l’anno scorso per il Conclave del 2013, quest’anno per l’esperienza della Canonizzazione.
Ma poi c’è una specie di preludio che risale al 2005 quando fu proprio la Radio Vaticana
a pensare di ospitare, all’interno dell’atrio dell’Aula Paolo VI, le emittenti soltanto
radiofoniche che erano interessate a coprire i funerali di Giovanni Paolo II e il
Conclave che portò all’elezione di Benedetto XVI.
D. – Diciamo che in quel
caso la Radio Vaticana ha sentito l’esigenza di spazi nuovi, però in precedenza gli
stessi spazi della Radio Vaticana – diventati ormai insufficienti – ospitavano giornalisti
da tutto il mondo…
R. – Certamente. La Radio Vaticana ha, in termini di ospitalità,
una lunga esperienza, una lunga tradizione. Noi ordinariamente, nei nostri studi,
ospitiamo emittenti e colleghi interessati ad effettuare servizi e trasmissioni radiofoniche
in Vaticano; naturalmente, in questi ultimi decenni abbiamo assistito ad una evoluzione
del Pontificato in termini universalistici e mondiali: basti pensare a Giovanni Paolo
II, a Benedetto XVI e a Papa Francesco. Ecco: di fronte a questo crescente ruolo del
Papato e alla sua mondializzazione, è chiaro che anche Roma è diventata un centro
verso cui convergere sempre più in occasione di grandi eventi. Quindi, ovviamente,
noi abbiamo dovuto trovare spazi adeguati a rispondere a questa esigenza che fondamentalmente
è un’esigenza di servizio, cioè mettere le emittenti nella condizione di svolgere
al meglio un servizio di informazione che è importante e fondamentale per la Chiesa
e per tutto il mondo.
D. – Centinaia e centinaia di giornalisti da tutto il
mondo nello stesso spazio a lavorare sugli stessi temi significa che si crea un microcosmo
…
R. – In queste occasioni, si ricrea certamente un microcosmo che diventa
stimolante anche per vedere come lo stesso tema, lo stesso evento viene raccontato
e viene interpretato da giornalisti che provengono da culture, da esperienze e da
Paesi diversi. Allora ci troviamo tutti di fronte ad uno stesso evento che però trova
elementi di racconto, di spiegazione, di interpretazione che possono essere diversi.
D.
– Una curiosità: il Vatican Media Center è operativo fino al 30 aprile ma ci possono
essere ancora accrediti in corso?
R. – Sì: diciamo che il settore accrediti,
che è seguito ed è sotto la responsabilità della Sala Stampa della Santa Sede, ha
comunicato che ufficialmente le procedure di accreditamento si sarebbero concluse
il 7 aprile, e questa è una data che è già passata. Ovviamente, si suppone che per
i ritardatari vi sia comunque una certa disponibilità, compatibilmente con il carico
di lavoro e con gli spazi di posti che sono disponibili.