2014-04-10 15:14:08

Bomba ad Atene nel giorno del collocamento record dei titoli di Stato


La Grecia dopo quattro anni torna sul mercato dei titoli di Stato con un boom di domanda pari a oltre venti miliardi di euro. Collocati tre miliardi di titoli a cinque anni, con un tasso al 4,95%. Nella notte, un’autobomba esplosa nei pressi della Banca Centrale di Atene ha tentato senza successo, secondo il governo, di oscurare questo importante debutto. Fortunatamente, non ci sono state vittime. Il collocamento dei bond è per l’Europa un segnale incoraggiante: diffusi anche i dati sulla disoccupazione che cala di un punto percentuale attestandosi al 26,2%. Massimiliano Menichetti ha chiesto l'opinione di Angelo Baglioni, professore di economia alla Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Sicuramente, c’è stato qualche miglioramento per la prospettiva dell’economia greca con gli ultimi dati, i più recenti, anche con le previsioni del Fondo monetario che prevedono il ritorno alla crescita per quest’anno e soprattutto per l’anno prossimo. Credo ci siano anche aspetti tecnici da tenere in considerazione dietro questo successo: questa emissione di bond è stata fatta sotto il diritto britannico, quindi internazionale, e ciò dovrebbe consentire a questi titoli di essere al riparo da eventuali ristrutturazioni, cioè tagli di valore, come quelli che furono fatti due anni fa sul debito greco, per intenderci. Quindi, questo è un elemento che probabilmente ha contribuito a questa forte domanda e al successo delle operazioni. L’altro elemento è che ricordiamo che, dopo quella ristrutturazione, i partner europei, l’Eurogruppo, hanno sempre lasciato intendere che se vi dovesse essere un’ulteriore ristrutturazione, sarebbe a carico dei cosiddetti “creditori ufficiali”, cioè degli Stati europei, del Fondo monetario e del Fondo di stabilità europeo che ha concesso i prestiti. Quindi, questi sono due elementi che danno tranquillità a chi ha sottoscritto questi titoli.

D. – Nel giorno in cui la Grecia ricolloca sul mercato i propri titoli di Stato, esplode una bomba ad Atene davanti alla Banca Centrale. Sempre nello stesso giorno, si rileva anche un calo del tasso di disoccupazione che è passato a gennaio al 26,7% dal 27,2% – comunque un dato sempre alto. Insomma, in Grecia rimane la crisi…

R. – Assolutamente sì. Il successo di questa emissione di bond è, come dicevo prima, legato ad alcuni fattori tecnici e a un miglioramento relativo delle prospettive di crescita della Grecia. Ciò non toglie che, al momento, sia un Paese stremato, nel quale il prodotto interno lordo si è ridotto di un quarto negli ultimi tre-quattro anni e dove la disoccupazione è a livelli altissimi… Quindi, tra l’altro, una certa prudenza bisogna averla perché c’è un malcontento sociale in Grecia che naturalmente non è detto che rimanga sotto controllo.

D. – Ma, secondo lei, si sta andando nella direzione giusta per uscire dalla crisi?

R. – Io credo di sì. Sicuramente, rispetto a due-tre anni fa i rischi dell’area euro si sono ridotti enormemente. Però, bisogna tener presente che i rischi ci sono ancora: sono diminuiti ma, naturalmente, ci sono ancora.







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