Bomba ad Atene nel giorno del collocamento record dei titoli di Stato
La Grecia dopo quattro anni torna sul mercato dei titoli di Stato con un boom
di domanda pari a oltre venti miliardi di euro. Collocati tre miliardi di titoli a
cinque anni, con un tasso al 4,95%. Nella notte, un’autobomba esplosa nei pressi della
Banca Centrale di Atene ha tentato senza successo, secondo il governo, di oscurare
questo importante debutto. Fortunatamente, non ci sono state vittime. Il collocamento
dei bond è per l’Europa un segnale incoraggiante: diffusi anche i dati sulla
disoccupazione che cala di un punto percentuale attestandosi al 26,2%. Massimiliano
Menichetti ha chiesto l'opinione di Angelo Baglioni, professore di economia
alla Cattolica di Milano:
R. – Sicuramente,
c’è stato qualche miglioramento per la prospettiva dell’economia greca con gli ultimi
dati, i più recenti, anche con le previsioni del Fondo monetario che prevedono il
ritorno alla crescita per quest’anno e soprattutto per l’anno prossimo. Credo ci siano
anche aspetti tecnici da tenere in considerazione dietro questo successo: questa emissione
di bond è stata fatta sotto il diritto britannico, quindi internazionale, e
ciò dovrebbe consentire a questi titoli di essere al riparo da eventuali ristrutturazioni,
cioè tagli di valore, come quelli che furono fatti due anni fa sul debito greco, per
intenderci. Quindi, questo è un elemento che probabilmente ha contribuito a questa
forte domanda e al successo delle operazioni. L’altro elemento è che ricordiamo che,
dopo quella ristrutturazione, i partner europei, l’Eurogruppo, hanno sempre lasciato
intendere che se vi dovesse essere un’ulteriore ristrutturazione, sarebbe a carico
dei cosiddetti “creditori ufficiali”, cioè degli Stati europei, del Fondo monetario
e del Fondo di stabilità europeo che ha concesso i prestiti. Quindi, questi sono due
elementi che danno tranquillità a chi ha sottoscritto questi titoli.
D. – Nel
giorno in cui la Grecia ricolloca sul mercato i propri titoli di Stato, esplode una
bomba ad Atene davanti alla Banca Centrale. Sempre nello stesso giorno, si rileva
anche un calo del tasso di disoccupazione che è passato a gennaio al 26,7% dal 27,2%
– comunque un dato sempre alto. Insomma, in Grecia rimane la crisi…
R. – Assolutamente
sì. Il successo di questa emissione di bond è, come dicevo prima, legato ad
alcuni fattori tecnici e a un miglioramento relativo delle prospettive di crescita
della Grecia. Ciò non toglie che, al momento, sia un Paese stremato, nel quale il
prodotto interno lordo si è ridotto di un quarto negli ultimi tre-quattro anni e dove
la disoccupazione è a livelli altissimi… Quindi, tra l’altro, una certa prudenza bisogna
averla perché c’è un malcontento sociale in Grecia che naturalmente non è detto che
rimanga sotto controllo.
D. – Ma, secondo lei, si sta andando nella direzione
giusta per uscire dalla crisi?
R. – Io credo di sì. Sicuramente, rispetto a
due-tre anni fa i rischi dell’area euro si sono ridotti enormemente. Però, bisogna
tener presente che i rischi ci sono ancora: sono diminuiti ma, naturalmente, ci sono
ancora.