Nord Corea. Raffica di arresti per "attività religiose": in 100 rischiano il lager
Il regime della Corea del Nord ha messo sotto inchiesta 100 abitanti della capitale
Pyongyang per presunti "contatti illegali con gruppi religiosi in Cina". La decisione
- riferisce l'agenzia AsiaNews - è stata presa per "mantenere alta la paura e impedire
in ogni modo contatti che possano mettere in pericolo la stabilità del governo". Lo
confermano diverse fonti locali al DailyNk, sito che monitorizza la situazione della
parte nord della penisola coreana.
Secondo "voci attendibili", il regime di
Kim Jong-un (terzogenito ed erede del defunto "caro leader" Kim Jong-il) vuole "colpire
il più forte possibile" coloro che si avvicinano alla religione, in modo da "farne
un esempio per tutti gli altri". Un residente di Pyongyang, anonimo per motivi di
sicurezza, dice: "Il governo ha già condannato negli scorsi mesi 30 persone ai lavori
forzati per 'attività religiose', e ora vuole continuare su questa strada".
Tutti
gli arrestati si sono recati per qualche motivo in Cina, e secondo le autorità avrebbero
"stretto rapporti" con le chiese protestanti locali che aiutano i rifugiati e i nordcoreani
in genere. Secondo la legge locale, anche se la libertà religiosa "è garantita dalla
Costituzione" (anche se in pratica essa non esiste) è "proibito contattare membri
di gruppi religiosi stranieri, che vogliono solo destabilizzare il governo di Pyongyang".
La
campagna contro ogni forma di religiosità, riprende la fonte, "va avanti da un bel
po' di tempo, e ora tutti hanno paura di parlare di eventuali visite compiute in Cina.
Persino coloro che nel rispetto della legge si sono spostati, magari per andare a
trovare i parenti che vivono all'estero da decenni, ora cercano di passare il più
inosservati possibile".
In Corea del Nord è permesso soltanto il culto dei
leader: Kim Jong-il e suo padre Kim Il-sung. Il regime ha sempre tentato di ostacolare
la presenza religiosa, in particolare di buddisti e cristiani, e impone ai fedeli
la registrazione in organizzazioni controllate dal Partito. Sono frequenti le persecuzioni
brutali e violente nei confronti dei fedeli non iscritti e di coloro che praticano
l'attività missionaria. Da quando si è instaurato il regime comunista nel 1953, sono
scomparsi circa 300mila cristiani e non ci sono più sacerdoti e suore, con ogni probabilità
uccisi durante le persecuzioni. (R.P.)