Brasile. Ragazzi di strada: dopo il Mondiale di calcio i loro diritti
“Hanno vinto i ragazzi della Tanzania e le ragazze del Brasile ma quello che conta
sono le nuove amicizie e la fiducia in se stessi acquisita durante il torneo”: a parlare
con l'agenzia Misna è Jo Griffin, uno degli organizzatori della Street Child World
Cup che si è conclusa domenica sera a Rio de Janeiro. Le finali si sono giocate nel
quartiere di Laranjeiras, nello storico stadio della squadra del Fluminense. I ragazzi
della Tanzania hanno sconfitto 3-1 il Burundi, mentre le “padroncine” di casa del
Brasile hanno superato le Filippine 1-0.
L’importante, però, è stato partecipare.
Ne è convinto Dieudonné Nahimana, allenatore del Burundi battuto in finale. “Abbiamo
dato il massimo – dice – giocando insieme, Hutu e Tutsi: anche per dare un calcio
alle divisioni del passato”.
Al torneo hanno partecipato 25 squadre in rappresentanza
di 19 Paesi, per lo più africani, asiatici e latinoamericani. E la competizione è
stata anche occasione di dibattito. “I 230 giocatori – sottolinea Griffin – hanno
partecipato a una conferenza unica, che porterà all’approvazione di una Dichiarazione
di Rio: un documento nel quale si chiede di tutelare i diritti dei ragazzi di strada
che sarà trasmesso alle Nazioni Unite”.
Secondo le statistiche dell’Onu, nel
mondo i ragazzi di strada sono circa 100 milioni. La Street Child World Cup era cominciata
il 28 marzo, con la benedizione e l’incoraggiamento di Papa Francesco, primo pontefice
latinoamericano della storia ma soprattutto appassionato di calcio. (R.P.)