2014-04-07 15:29:23

Nigeria: prima economia d'Africa e terra di violenze


Con un Prodotto interno lordo che nel 2013 ha raggiunto i 510 miliardi di dollari, la Nigeria è diventata la prima economia d’Africa, superando il Sudafrica. Rimangono tuttavia ancora gravi e stridenti le contraddizioni sociali nel Paese più popoloso e primo produttore di petrolio del Continente, dove giornalmente i contrasti etnici e le scorribande delle milizie islamiche di Boko Haram continuano a provocare decine di vittime. Giancarlo La Vella ne ha parlato con l’economista Riccardo Moro, docente di Politiche dello Sviluppo:RealAudioMP3

R. – In realtà, si tratta di un’operazione di maquillage, cioè di ricalcolo dei valori del Pil, inserendo nei dati della contabilità nazionale, in modo più credibile, in modo più fedele, soprattutto i proventi che vengono dal petrolio. Questa operazione – che viene fatta periodicamente da molti Stati – porta, anche in ragione dei cambiamenti degli ultimi dieci anni, a un dato apparentemente molto diverso. In realtà, non siamo di fronte a un cambio così repentino. Detto questo, sì, la Nigeria è uno dei Paesi più ricchi del mondo per risorse naturali, ma purtroppo questa ricchezza origina le guerre per la conquista del Delta dove si trova il petrolio e con sé le degenerazioni legate all’accaparramento delle risorse relativamente scarse, cioè quelle non monopolizzate da chi sfrutta le ricchezze minerarie, che portano poi anche a guerre civili fratricide.

D. – C’è comunque un problema di redistribuzione delle ricchezza?

R. – Non c’è dubbio. Anche con questo nuovo dato che praticamente quasi raddoppia il valore nominale del Pil, noi abbiamo un reddito pro-capite che rimane inferiore ai tremila dollari l’anno, quando invece i dati dei Paesi del Nord del mondo si attestano tra i 26 mila e i 40 mila dollari l’anno.

D. – L’altissimo livello di violenza che c’è nel Paese è causato da questa situazione?

R. – Non credo che la povertà provochi necessariamente violenze e guerre. Credo che non si possano fare mai automatismi di questo tipo, però è chiaro che una condizione di profonda povertà, soprattutto in un contesto in cui sono visibili delle disuguaglianze, diventi una condizione in cui le voci che inneggiano a utilizzare la violenza per accaparrare quei privilegi, che invece ad altri sono riservati, diventano più ascoltabili.







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