2014-04-07 09:33:39

Lago Ciad: per salvarlo chiesti fondi e cordinamento


Per salvare il Lago Ciad serve subito un intervento coordinato dei Paesi della regione, delle istituzioni multilaterali e della comunità internazionale in genere: è il messaggio giunto da Rimini, al termine di una conferenza organizzata dalla Fondazione per la collaborazione dei popoli presieduta da Romano Prodi.

Un incontro - riferisce l'agenzia Misna - che ha permesso di rivolgere appelli, ma anche di prendere nota di impegni concreti a sostegno di un piano quinquennale di salvaguardia e “rivitalizzazione” approvato nel 2012 a N’Djamena. Un piano messo a punto dalla Commissione per il bacino del Lago Ciad, organismo al quale aderiscono i quattro Paesi rivieraschi (Nigeria, Niger, Camerun e Ciad) con l’aggiunta di Repubblica Centrafricana e Libia. “Siamo qui per raccogliere 900 milioni di euro necessari per la realizzazione del piano” ha detto durante i lavori Mahamadou Issoufou, capo di Stato del Niger e presidente della Commissione. Oltre 80 milioni di euro verranno dalla Banca africana di sviluppo, capofila dei cosiddetti “donatori diretti”, affiancata dalla Banca mondiale e dall’Unesco. Contributi sono stati promessi anche da singoli Stati, come Germania, Francia o Sudan.

Impegni importanti eppure non ancora sufficienti se si considera che dai Paesi della regione, tra i più poveri al mondo, non arriverà più del 10% degli stanziamenti necessari. Lo ha sottolineato la presidente della Commissione dell’Unione Africana, Nkosazana Dlamini-Zuma, secondo la quale il Lago è “un patrimonio comune” e la sua tutela “un dovere di tutti”. E lo ha evidenziato Prodi, ex inviato speciale del segretario generale dell’Onu per il Sahel incaricato ora di monitorare l’attuazione del piano quinquennale per il Lago Ciad. “Dobbiamo coinvolgere – ha detto – anche l’Unione Europea e la Banca europea per gli investimenti, che con le sue enormi capacità può investire in Africa”.

A Rimini è stato sottolineato che la raccolta fondi è solo uno dei nodi da sciogliere. E che l’altro è il coordinamento. In una dichiarazione approvata al termine della conferenza si evidenzia che spetta alla Commissione per il bacino del Lago Ciad armonizzare i progetti nei diversi ambiti, dall’agricoltura alla pastorizia, dalla pesca alla sicurezza. Un compito difficile e fondamentale, vista la posta in palio. “La drastica riduzione dell’estensione del Lago e la perdita di mezzi di sostentamento per oltre 30 milioni di abitanti che vivono di agricoltura e di pesca – si legge nella dichiarazione – aggravano la povertà, l’instabilità e l’insicurezza che già prevalgono nell’area”. (R.P.)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 97







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