Il Papa ai vescovi della Tanzania: siate in missione permanente
La diffusione costante e capillare del Vangelo per rendere più solida non solo la
Chiesa ma anche la società della Tanzania, contro i mali procurati tanto dal secolarismo
quanto dalle superstizioni. Papa Francesco ha affidato questa indicazione pastorale
di sintesi ai vescovi del Paese africano, incontrati ieri in occasione della loro
visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La storia per
capire come raggiungere il futuro. Papa Francesco sovente, nel tracciare la strada
d’azione pastorale più idoena per la Chiesa di un singolo Paese, comincia dai germi
di bene del passato che, nel caso della Tanzania, il Papa individua nello “zelo” e
nei “sacrifici dei primi evangelizzatori”, coloro – ricorda – che alla nazione africana
diedero le “solide basi” su cui svilupparsi. Al pari di loro, Papa Francesco chiede
oggi ai vescovi della Tanzania di “mantenere e promuovere sempre” l’“imperativo missionario”,
affinché “il Vangelo possa permeare ogni opera di apostolato e illuminare tutti i
settori della società tanzaniana”. Ciò, prosegue, vuol dire che la Chiesa locale deve
essere sempre in missione a ogni livello, a cominciare dai suoi sacerdoti ma non solo.
Penso in particolare, osserva Papa Francesco, alla testimonianza “offerta da coloro
che lavorano nell'apostolato sanitario della Chiesa, non ultimo nella cura di chi
soffre per l’Hiv/Aids, e da tutti coloro che si sforzano di educare con attenzione
le persone per ciò che riguarda la responsabilità sessuale e la castità”. E penso,
soggiunge, anche a chi si dedica "allo sviluppo integrale dei poveri e, in particolare,
delle donne e dei bambini indigenti”.
Sempre poi, in questo tipo di incontri,
Papa Francesco sprona i vescovi a comportarsi da “padri e fratelli” per i loro preti,
giacché "grande – dice – è il bisogno di sacerdoti santi, istruiti e zelanti”. Garantite
loro, chiede, "un’adeguata formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale,
non solo in seminario, ma per tutta la vita”. E lo stesso avvenga anche per i catechisti,
il cui lavoro, ribadisce, è “davvero notevole” nel "promuovere il Vangelo e la pienezza
della vita cristiana”. “Fate ogni sforzo – è la richiesta di Papa Francesco – per
provvedere i catechisti di una comprensione globale della dottrina della Chiesa. Questo
– sottolinea – li rafforzerà non solo nel contrastare le sfide della superstizione,
l’aggressività delle sette religiose e la secolarizzazione ma, cosa più importante,
nel condividere la bellezza e la ricchezza della fede cattolica con gli altri, in
particolare i giovani”. Lo sguardo successivo, immancabile, è per le famiglie. Ricordando
il Sinodo di ottobre che le vedrà protagoniste, il Papa esorta a un apostolato specifico
che sia “più energico”, attraverso “un'assistenza spirituale e concreta libera da
compromessi e disinteressata”. “Promuovendo la preghiera, la fedeltà coniugale, la
monogamia, la purezza e l’umile servizio reciproco all'interno delle famiglie, la
Chiesa – è la convinzione di Papa Francesco – continua a dare un prezioso contributo
al benessere sociale della Tanzania, col quale, assieme al suo apostolato educativo
e sanitario, favorisce certamente una maggiore stabilità e il progresso nel vostro
Paese”.
Ultimo pensiero, non certa per importanza, è per la libertà religiosa
e il Papa si dice “particolarmente incoraggiato” nel sapere che la Tanzania “si impegna
a garantire la libertà di cui i seguaci di varie religioni godono nel praticare la
loro fede”. La “continua protezione e la promozione di questo diritto umano fondamentale
– sostiene – rafforza la società consentendo ai credenti, nella fedeltà ai dettami
della loro coscienza e nel rispetto della dignità e dei diritti di tutti, di far progredire
l'unità sociale, la pace e il bene comune”. In questo senso, ai vescovi tanzaniani
va l’apprezzamento di Papa Francesco per gli sforzi messi in atto per favorire il
“perdono, la pace e il dialogo” nelle “difficili situazioni di intolleranza e, a volte,
di violenza e di persecuzione”.