Nel pomeriggio il Papa alla parrocchia di San Gregorio Magno: con noi don Renzo
Chiesa
Il Papa si reca oggi, alle 16.00, in visita pastorale alla Parrocchia romana di San
Gregorio Magno, nel quartiere della Magliana. A dare il benvenuto a Papa Francesco
sul sagrato della Chiesa sarà un’insegnante di religione che porterà il saluto del
quartiere. Ad accompagnarla un bambino malato insieme alla sua famiglia. A seguire,
il Santo Padre si recherà nel campo sportivo parrocchiale, dove saranno radunati ad
attenderlo i piccoli e i ragazzi del catechismo. Con loro una catechista e una coppia
di genitori che racconteranno al Papa la realtà pastorale di San Gregorio Magno. Quindi,
Papa Francesco incontrerà i giovani e si sposterà in uno dei saloni parrocchiali dove,
accanto alle suore missionarie di Maria Immacolata Regina della Pace del Beato Pianzola,
incontrerà gli ammalati. Al Pontefice verranno presentate le realtà sociali della
zona: la “Lampada dei desideri”, associazione per l’integrazione e l’inclusione sociale
delle persone con disabilità; la cooperativa “La prora”, che aiuta i disoccupati;
“Magliana 80”, comunità diurna per il recupero dei tossicodipendenti; quindi i poveri
dell’iniziativa “Sabato in famiglia”. Infine, visiterà la "Casa della Carità": si
tratta di una struttura parrocchiale, inaugurata nel 1988, e animata dalle Suore Carmelitane
Minori della Carità e da diversi volontari: si tratta di due grandi saloni parrocchiali
trasformati in appartamento, con una zona giorno e una zona notte. Oggi vi abitano
due religiose e dieci ospiti con diversi tipi di difficoltà: ci sono anziani, disabili
e stranieri soli. Dopo questi incontri, il Papa confesserà cinque persone e poi, alle
18.00, presiederà la Messa. A conclusione della visita, il saluto ai familiari dei
sacerdoti. Sulla preparazione di questo evento ascoltiamo il parroco di San Gregorio
Magno, don Renzo Chiesa, al microfono di Federico Piana:
R. - Ho fatto
una preparazione più spirituale, con nove giorni di riflessione durante la celebrazione
delle Messe sul tema della Misericordia, sfruttando un po’ le meditazioni fatte dal
Papa. La sera alle 21 recitavamo il Rosario e poi giornate piene di preghiera, di
adorazione per dare chiaramente un taglio più spirituale all'evento e fare in modo
che non sia solamente qualcosa di folkloristico ma molto emotivo. Quindi abbiamo cercato
di configurare un percorso che potesse aiutarci ad incontrare veramente il Papa.
D.
- Cosa vi aspettate da questa visita del Papa?
R. - Come sempre il cristiano
si aspetta dal Papa di essere rafforzato, consolidato nel suo cammino, illuminato
sulle scelte da fare come comunità e come singoli. Anche solo il fatto di provare
la gioia di avere con noi il nostro vescovo, la gioia di avere un vescovo che è entrato
nel cuore di gran parte della popolazione del quartiere.
D. - Quali frutti
si aspetta come parroco da questa visita per i fedeli?
R. - Chiaramente frutti
spirituali; che il Papa ci aiuti come sta cercando di fare, di spronarci ad una relazione
più profonda con il Signore e chiaramente da questo frutto spirituale, poi tutti i
frutti di carità che auspica sempre lui, che sono i frutti del Vangelo, dell’incontro
con nostro Signore. Quindi ci aspettiamo questi frutti che sono sicuramente i più
preziosi.
D. - Ci racconti un po’ la parrocchia … Che parrocchia è? Quando
nasce e soprattutto in che territorio vive, visto che il Papa sta andando a visitare
quelle che sono le periferie della città, le chiese dove ci sono anche situazioni
di estrema necessità, povertà ed estremo disagio…
R. - Questa parrocchia ha
queste caratteristiche, perché chiaramente si trova all’estrema periferia di Roma.
È una parrocchia che ha avuto un percorso molto particolare perché è nata con il quartiere.
Qui ci sono stati per circa 43 anni sacerdoti provenienti da Reggio Emilia che hanno
fatto un lavoro straordinario, un lavoro di prossimità; perché era un quartiere che
nasce in periferia, quindi pieno di disagi, l’assoluta mancanza di ogni servizio essenziale.
Quindi la parrocchia è sempre stata vicina a queste esigenze fondamentali per poter
crescere insieme. Poi in questi ultimi anni è cresciuto molto e adesso è un quartiere
che ha ancora le caratteristiche del quartiere di periferia, ma senza quelle situazioni
estreme che l’hanno caratterizzato nei primi decenni. Ora è ricco di solidarietà dove
c’è un vero impegno verso l’altro che è particolare, veramente speciale.
D.
- La parrocchia su che fronti è principalmente impegnata?
R. - Per quanto riguarda
il sostegno scolastico abbiamo attivato un doposcuola negli ultimi due anni. Per gli
anziani soli abbiamo cercato di rafforzare un gruppo che si occupa di loro, che li
fa incontrare. Poi c’è tutto l’aspetto legato alla carità; ci sono tantissime famiglie
che a causa della situazione economica, che ben conosciamo, hanno bisogni essenziali.
Quindi per quanto possiamo cerchiamo di aiutare, di essere vicini. Su questo la parrocchia
è stata attenta da sempre.