2014-04-05 16:35:38

In India, maratona elettorale: mons. Machado ai politici: siate più attenti ai poveri


Al via oggi in India una lunga maratona per le elezioni generali che si concluderà il 12 maggio, dopo nove tornate: oltre 800 milioni i votanti, tra cui 100 milioni di esordienti elettori. Test cruciale per il Paese è la consultazione per il rinnovo del Parlamento. Secondo gli ultimi sondaggi, la coalizione di destra, guidata dal partito di opposizione Bharatya Janata Party, è in netto vantaggio sul centro sinistra: il fronte del nazionalista Narendra Modi potrebbe infatti conquistare dai 234 ai 259 seggi nella Camera bassa, miglior risultato mai raggiunto, senza però conquistare la maggioranza di 272 seggi. La coalizione del partito del Congresso di Sonia Gandhi, attualmente al governo, si fermerebbe invece a quota 111 - 123 seggi, registrando una delle peggiori performance degli ultimi 15 anni. Ieri in tutto il Paese si è osservata la Giornata di preghiera per le elezioni generali, dopo che nei giorni scorsi i vescovi indiani hanno scritto una lettera pastorale in vista delle consultazioni. Ce ne parla mons. Felix Anthony Machado, presidente dell’Ufficio per il dialogo e l’ecumenismo della Conferenza episcopale indiana, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – Nella lettera ai nostri fedeli, abbiamo chiesto che ogni cittadino faccia il proprio dovere, andando a votare. Abbiamo detto poi che il nostro Paese ha bisogno di governanti capaci, onesti, che si prendano cura del loro popolo, soprattutto dei più bisognosi, dei poveri, degli oppressi, degli emarginati. Abbiamo anche detto che la Chiesa cattolica non s’identifica con alcun partito politico.

D. – Un altro punto su cui i vescovi si soffermano riguarda le minoranze. I cattolici sono una minoranza in India...

R. – Sì, abbiamo inserito vari punti riguardanti le minoranze. In una democrazia come quella indiana, in un Paese così grande, con una popolazione di più di un miliardo di persone, le minoranze a volte vengono completamente dimenticate, oppure la maggioranza impone la propria visione del Paese. Secondo la Costituzione indiana, le minoranze ed ogni cittadino devono contare. Per questo abbiamo chiesto che si tenga conto anche di quei cristiani ai quali è stato finora rifiutato ciò che invece è stato concesso ad altri.

D. – I cattolici sono appunto una minoranza in India: eppure la Chiesa indiana è il maggior organismo non statale che opera contro la povertà, le malattie e per la promozione sociale, si occupa dei Dalit per esempio. Ecco: come lavorate?

R. – Questo è ripetuto da tutti i politici. La Chiesa - che conta solo poco più dell’uno per cento - fa un lavoro per tutto il Paese, per tutta la Nazione, in ambito educativo, in ambito sanitario e nei servizi sociali. Di fatto, però, la Chiesa viene dimenticata o addirittura a volte disturbata nel proprio lavoro.

D. – I sondaggi dicono che la coalizione di destra, guidata dal partito Bjp, sarebbe in vantaggio sulla coalizione del partito del Congresso. Che sviluppi potrebbero esserci?

R. – Non voglio farmi coinvolgere dalla politica di partito. Ma direi che, considerandomi al cento per cento indiano, amando il mio Paese, amando anche le tradizioni dell’India, ho notato in questi ultimi anni come alcuni stiano cercando di portare il Paese su una strada che non segue le nostre tradizioni, ad esempio tenendo presente una sola religione: ma questa non è la nostra Costituzione; tutte le religioni sono considerate uguali e tutti i fedeli e gli esponenti delle diverse religioni sono trattati come concittadini uguali.

D. – L’India oggi è anche un Paese con enormi potenzialità economiche, di sviluppo, di modernizzazione. La Chiesa indiana chiede, da tempo, uno sviluppo senza distinzioni, per tutti...

R. – C’è una realtà di cui si parla poco: i poveri diventano ancora più poveri. La distanza tra i poveri e i cosiddetti ricchi sta crescendo sempre più. La Chiesa lo sa molto bene ed, infatti, in India, a proposito dello sviluppo, non dimentica di parlare per coloro che non hanno voce.

D. – Come responsabile dell’Ufficio per il dialogo interreligioso della Chiesa indiana, dei vescovi indiani, qual è il suo auspicio per l’India?

R. – Mi auguro che le religioni si rispettino le une con le altre e lavorino insieme per lo sviluppo vero del Paese e per la pace, non solo in India, ma nel mondo.

Ultimo aggiornamento: 7 aprile







All the contents on this site are copyrighted ©.