I testimoni di Cristo siano umili, non trionfalisti: così il Papa ai giovani fiamminghi
Ha fatto il giro del mondo l'intervista rilasciata da Papa Francesco ad alcuni ragazzi
belgi il 31 marzo scorso in Vaticano e trasmessa giovedì sera dalla Tv pubblica fiamminga
del Belgio VRT nelle sue parti principali. Venerdì è stata pubblicata integralmente.
In questo servizio di Sergio Centofanti vi proponiamo alcuni brani inediti
dell’intervista:
I poveri sono
una bandiera del Vangelo, non del comunismo: questa è stata una delle espressioni
del Papa più riprese dai mass media internazionali. Nella sua riflessione più ampia,
ora pubblicata integralmente, Papa Francesco faceva riferimento anche ad un’altra
povertà, Nel Vangelo si legge infatti che Gesù aveva “una certa preferenza per gli
emarginati”:
“I lebbrosi, le vedove, i bambini orfani, i ciechi… le persone
emarginate. E anche i grandi peccatori… e questa è la mia consolazione! Sì, perché
Lui non si spaventa neppure del peccato! Quando trovò una persona come Zaccheo, che
era un ladro, o come Matteo, che era un traditore della patria per i soldi, Lui non
si è spaventato! Li ha guardati e li ha scelti. Anche questa è una povertà: la povertà
del peccato”.
Il Papa, rispondendo ad un’altra domanda, afferma di trovare
Dio soprattutto nei malati: ma anche nella lettura della Bibbia, nella celebrazione
dei Sacramenti, nel lavoro quotidiano e, ovviamente, nella preghiera. Ma il Papa come
prega Dio?
“Mi lascio guardare da Lui. E io sento – ma non è sentimentalismo
– sento profondamente le cose che il Signore mi dice. Alcune volte non parla… niente,
vuoto, vuoto, vuoto… ma pazientemente sto lì, e così prego… Sono seduto, prego seduto,
perché mi fa male inginocchiarmi, e alcune volte mi addormento nella preghiera… E’
anche una maniera di pregare, come un figlio con il Padre, e questo è importante:
mi sento figlio con il Padre”.
Infine, c’è una domanda su come annunciare
il Vangelo agli altri nella società di oggi:
“La strada migliore è la testimonianza,
ma umile: ‘Io sono così’, con umiltà, senza trionfalismo. Quello è un altro peccato
nostro, un altro atteggiamento cattivo, il trionfalismo. Gesù non è stato trionfalista,
e anche la storia ci insegna a non essere trionfalisti, perché i grandi trionfalisti
sono stati sconfitti. La testimonianza: questa è una chiave, questa interpella. Io
la do con umiltà, senza fare proselitismo. La offro. E’ così. E questo non fa paura.
Non vai alle crociate”.