Argentina: dal “Tavolo di dialogo” un appello a porre fine alle violenze a Santa Fe
Con un forte appello alla società e allo Stato affinché affrontino la grave situazione
di violenza e d’insicurezza nella provincia argentina di Santa Fe, si è concluso in
questi giorni l’incontro del “Tavolo di Dialogo”, convocato dall’arcidiocesi di Santa
Fe dopo i gravi episodi che hanno sconvolto l’opinione pubblica del Paese. Al termine
dei lavori, il “Tavolo di Dialogo” - associazione costituita da istituzioni pubbliche,
private, religiose, educative e della società civile per fare fronte alle problematiche
della provincia – ha diffuso un comunicato in cui si condanna l’assenza dello Stato
in una regione afflitta dalla “violenza, l’insicurezza, la delinquenza e la morte”.
Un’assenza che si è evidenziata con l’insorgere di gruppi cittadini che, davanti alla
mancanza di forze pubbliche, si fanno giustizia da sé. L’episodio più drammatico,
tra i cinque accaduti negli ultimi mesi nella provincia, è accaduto a Rosario, dove
un gruppo di cittadini ha malmenato un giovane ladro di appena 18 anni, che poi è
morto in ospedale dopo quattro giorni di agonia. “Condanniamo le risposte di una ‘giustizia
fai da te’ perché non fanno altro che alimentare la violenza”, si legge nel documento
finale della riunione del Tavolo, presieduta da mons. José María Arancedo, arcivescovo
di Santa Fe e presidente della Conferenza episcopale argentina. “Non possiamo abituarci
a convivere con il delitto, la violenza e la morte”, afferma il comunicato. “Sappiamo
- si legge ancora - che tra le cause di questa realtà che ci impoverisce e ci paralizza
ci sono l’emarginazione, il narcotraffico, l’assenza di una cultura di valori che
dia un senso alla vita, ma soprattutto la latitanza di una dirigenza politica responsabile
del bene comune dei cittadini”. Infine, la nota sottolinea l’urgenza di una cultura
del dialogo, dell’incontro e della solidarietà, nella cornice di uno Stato di diritto
che abbia alla base una società libera, giusta e fraterna. “Questo richiede - conclude
il Tavolo - la presenza di tutti i poteri dello Stato che, nell’esercizio delle proprie
funzioni e con l’applicazione della legge, rafforzino la vita democratica”. (A
cura di Alina Tufani)