P. Cantalamessa: Gesù non è un insieme di dogmi, è una persona vivente
Chi è Gesù Cristo e come avere un’idea chiara di lui che supporti la fede: di questo
ha parlato padre Raniero Cantalamessa nella sua quarta predica di Quaresima, ascoltata
dal Papa e dalla Curia nella Cappella "Redemptoris Mater" del Palazzo Apostolico,
in Vaticano. Il predicatore della Casa Pontificia ha sviluppato il tema seguendo gli
insegnamenti di Leone Magno il cui pensiero cristologico è una pietra miliare nella
Chiesa. Il servizio di Tiziana Campisi:
Gesù Cristo
è Dio fattosi uomo, la natura divina e quella umana in Lui coesistono senza mescolanza
né confusione, conservando ognuna le sue proprietà; è il Figlio di Dio – crocifisso
e sepolto – ed anche il Figlio dell’uomo venuto dal cielo. Sono queste verità fondamentali
che chiamiamo dogma cristologico; la Tradizione della Chiesa le ha elaborate nel tempo,
San Leone Magno, che fu Papa nel V secolo, è stato il primo a sintetizzarle in un’unica
formulazione che raccoglie le riflessioni teologiche d’oriente e d’occidente. Su queste
certezze il cristiano deve fondare la propria fede, ha affermato padre Raniero
Cantalamessa, e, con l’aiuto dello Spirito Santo, guardare poi Gesù come una persona:
“Purtroppo,
Gesù, per molti è un personaggio, un insieme di dogmi, di dottrine, un’istituzione
quasi. E invece è vitale – anche per l’evangelizzazione – che Gesù sia per noi una
persona vivente”.
E allora occorre andare oltre:
“E’ possibile
avere Gesù per amico, perché è risorto, è vivo, anche se spiritualmente, non fisicamente;
ma questa presenza è più reale, infinitamente più reale di una presenza fisica o immaginaria”.
Per
giungere a tutto questo è necessario, anche, non separare la figura di Gesù ricostruita
dalla storia e dai documenti dal Cristo del dogma. E’ errato far spazio alla scienza
razionale prescindendo dalla fede, e sono da scartare tutte quelle recenti ricostruzioni
storiche su Gesù che escludono la verità pasquale.
Il predicatore della Casa
Pontificia ha inoltre aggiunto che se "la ricerca sui Vangeli ... ci mostra come la
storia” non può farci conoscere 'Gesù in sé’, mentre il dogma lo definisce ma solo
con una formula, guardare a Gesù come persona significa “dire che è risorto, che vive,
che mi sta davanti, che posso dargli del tu come lui mi dà del tu”.
Dunque
la storia non basta, né sono sufficienti le enunciazioni teologiche, perché sarebbe
come trovarsi di fronte ad una formula chimica, come quella dell’acqua ad esempio,
che ce la fa conoscere composta da due molecole di idrogeno ed una di ossigeno, ma
non ci fa vedere l’acqua che beviamo o nella quale nuotiamo. Non è però inutile la
formula H2O, come non lo sono le formulazioni dogmatiche, ma è altro il modo per conoscere
Gesù Cristo, ha precisato padre Cantalamessa:
“Raramente si pensa a Gesù
come a un amico, perché nel subconscio predomina l’idea che: ‘Oh, questo Gesù, dopo
la crocifissione, la risurrezione, è salito al cielo, tornerà nella sua gloria nell’ultimo
giorno’. Cioè, è difficile, invece, sentirlo presente, con noi, che desidera con noi
un rapporto”.
E narra il Vangelo di Giovanni, che Gesù stesso ha detto:
“Vi ho chiamati amici perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal
Padre mio”.