2014-04-04 17:28:21

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella quinta domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il Vangelo della risurrezione di Lazzaro. Gesù dice a Marta:

«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?».

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

La “domenica della risurrezione di Lazzaro” viene a noi con una notizia decisiva per il nostro cammino verso la Pasqua. Cristo annuncia: “Io sono la risurrezione e la vita”. Egli è colui che dona la risurrezione. A Gesù viene recata la notizia: “Signore, colui che tu ami è malato”. Questo amore entra in modo nuovo nella storia di ogni singola creatura per strapparla al non senso ultimo della sofferenza e della morte: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato”. E a Marta, la sorella di Lazzaro, Gesù fa una domanda, che è per me e per te, oggi: “Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?". Questo è il tempo per rinnovare profondamente, insieme a Marta, la nostra fede nel Figlio di Dio: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”, per stabilire la propria vita sulla roccia della risurrezione dei morti, sulla speranza della vita eterna: Dio ha davvero creato l’uomo per la risurrezione e la vita. Per coloro che si trovano senza questa vita, la Quaresima è il tempo della riconciliazione con Dio e con la Chiesa, tempo di grazia per ricevere la Parola del Signore che grida: “Lazzaro, vieni fuori”, “Liberatelo e lasciatelo andare”, nella gioiosa esperienza della liberazione, del perdono dai peccati, per ricevere la “veste nuziale” che ci fa commensali di Cristo: dopo questa domenica è il tempo stesso a farsi breve, a correre verso il suo compimento nel Santo Triduo e nella Veglia Pasquale.







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