Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella quinta domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il Vangelo della risurrezione
di Lazzaro. Gesù dice a Marta:
«Io sono la risurrezione e la vita; chi
crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Credi questo?».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don
Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris
Mater” di Roma:
La “domenica
della risurrezione di Lazzaro” viene a noi con una notizia decisiva per il nostro
cammino verso la Pasqua. Cristo annuncia: “Io sono la risurrezione e la vita”. Egli
è colui che dona la risurrezione. A Gesù viene recata la notizia: “Signore, colui
che tu ami è malato”. Questo amore entra in modo nuovo nella storia di ogni singola
creatura per strapparla al non senso ultimo della sofferenza e della morte: “Questa
malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di
essa il Figlio di Dio venga glorificato”. E a Marta, la sorella di Lazzaro, Gesù fa
una domanda, che è per me e per te, oggi: “Chiunque vive e crede in me, non morirà
in eterno. Credi tu questo?". Questo è il tempo per rinnovare profondamente, insieme
a Marta, la nostra fede nel Figlio di Dio: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il
Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”, per stabilire la propria vita
sulla roccia della risurrezione dei morti, sulla speranza della vita eterna: Dio ha
davvero creato l’uomo per la risurrezione e la vita. Per coloro che si trovano senza
questa vita, la Quaresima è il tempo della riconciliazione con Dio e con la Chiesa,
tempo di grazia per ricevere la Parola del Signore che grida: “Lazzaro, vieni fuori”,
“Liberatelo e lasciatelo andare”, nella gioiosa esperienza della liberazione, del
perdono dai peccati, per ricevere la “veste nuziale” che ci fa commensali di Cristo:
dopo questa domenica è il tempo stesso a farsi breve, a correre verso il suo compimento
nel Santo Triduo e nella Veglia Pasquale.