Il rapporto tra fede e matrimonio al centro di un incontro al Pontificio Istituto
Giovanni Paolo II per la famiglia
Il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia ha ospitato un colloquio
di teologia sul tema “Fides-foedus: la fede e il Sacramento del Matrimonio”. Molti
gli interventi degli studiosi internazionali che si sono alternati sull’argomento,
che è sempre stato al centro della riflessione teologica sin dall’epoca patristica.
Al microfono di Elvira Ragosta il prof. Josè Granados, docente presso
l'Istituto, ha spiegato quali sono i momenti che esprimono il ruolo della fede nel
consenso matrimoniale:
R. - Il primo
è il radicamento del matrimonio nella verità creaturale. È un Sacramento specifico
perché costituisce l’ingresso di tutta la verità della Creazione nell’ordine sacramentale.
Quindi la verità naturale del Matrimonio è ormai un cammino verso la fede. Poi il
carattere battesimale è ormai un entrare nel Corpo di Cristo, quindi la capacità di
diventare carne in un modo nuovo. E finalmente ho questa accettazione di entrare nella
fede della Chiesa. La fede non è mai una cosa singolare. Lumen Fidei dice:
“Chi crede non è mai solo”. È l’elemento principale della fede che deve essere sempre
ricordato per capire il rapporto tra matrimonio e fede.
D. - Riferendosi alla
Lumen Fidei lei ha detto che se la fede dei novelli sposi è debole, allora
si indebolisce anche il futuro del Matrimonio…
R. - Sì, come aveva detto anche
Papa Benedetto, proprio perché nella fede e nella pienezza di quella verità creaturale
del Matrimonio si scopre la verità del dono di sé. Allora, quando manca la fede, potrebbe
mancare - e bisognerebbe verificare - questa accettazione della verità naturale: la
verità dell’amore, del dono di sé che include l'indissolubilità, l’unità del matrimonio
e l’apertura alla vita.
Sul tema “Fede e Matrimonio a partire dal rapporto
creazione-redenzione” è intervenuto il prof.Andrea Bozzolo, dell’Istituto
internazionale Don Bosco di Torino. La sua relazione si è soffermata sugli ostacoli
che nel corso della storia ha incontrato il rapporto tra Fede e Matrimonio. A lui
abbiamo chiesto quali sono questi ostacoli e come possono essere rimossi:
R.
- Mi sembra che gli ostacoli principali siano due: la tendenza, da un lato a pensare
la fede in termini un po’ intellettualistici, pensando che il rapporto dell’uomo con
la verità riguardi principalmente o quasi esclusivamente la ragione. Invece il Matrimonio
talora è stato concepito in termini un po’ naturalistici, senza riconoscere che fin
dall’inizio l’uomo e la donna hanno, per il loro rapporto, un legame con Dio: il Matrimonio
esiste fin dall’inizio per significare Dio. Allora si tratta di ricongiungere una
dimensione affettiva della fede - la fede ha anche la forma di una relazione - e la
dimensione veritativa del Matrimonio; il legame tra l’uomo e la donna ha a che fare
con la verità di Dio.
D. - Il Matrimonio è presente all’inizio della Sacra
Scrittura con la creazione dell’uomo e della donna, ma anche alla fine con le Nozze
dell’Agnello. Il Matrimonio, è nel disegno di Dio...
R. - Certamente. I teologi
medievali hanno messo bene in evidenza come in qualche modo il Matrimonio sia stato
il primo Sacramento ad essere istituito. Fin dall’inizio questo legame che c’è tra
Adamo ed Eva esiste per parlare di Dio, per far venire alla luce il volto di Jahvè.
Certo, soltanto in Gesù Cristo, nelle nozze di Cristo con la Chiesa - come dice Efesini
5 - questo Volto di Dio che appare nella relazione coniugale viene rilevato nella
sua ultima verità e profondità.