Siria, 150 mila morti in tre anni di violenze: lo denuncia l'Osservatorio nazionale
per i diritti umani
Tre anni di violenze, 150 mila morti. È il dramma della guerra in Siria, secondo gli
ultimi dati diffusi dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani, l’organizzazione
- vicina alle opposizioni anti regime - che dal 2007 monitora le violenze nel Paese.
Sul terreno intanto proseguono gli scontri. Il servizio di Giada Aquilino:
I dati superano
quelli dei 15 anni di guerra civile in Libano, tra il 1975 e il 1990. Delle 150 mila
vittime denunciate, un terzo è costituito da civili: di questi, almeno ottomila sono
bambini. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani le violenze hanno ucciso
oltre 37 mila guerriglieri ribelli e più di 58 mila miliziani filo regime, tra militari
governativi e jihadisti sciiti libanesi Hezbollah. Il bilancio non è verificabile
in ogni sua voce e non è confrontabile con i dati delle organizzazioni internazionali
che, da mesi ormai, non forniscono rapporti ufficiali al riguardo. Di certo si sa
che le violenze sul terreno proseguono su vari fronti: ancora in corso l’offensiva
dei ribelli contro roccaforti lealiste nei pressi di Latakia. Annunciata ma non confermata
la controffensiva delle milizie filo regime. Lanci di razzi sarebbero poi in corso
contro Qirdaha, città natale degli Assad a est di Latakia, e su di un aeroporto militare
locale usato dal regime per ricevere rifornimenti dall'Iran e dalla Russia. Attacchi
sono segnalati ad Aleppo, Idlib e Damasco. Regge invece la tregua nel campo profughi
palestinese di Yarmuk, alla periferia della capitale, ma si continua a morire per
l'assedio imposto dalle autorità di Damasco: due persone sono morte nelle ultime ore
per mancanza di medicine.