Egitto: almeno 2 morti per l’esplosione di ordigni davanti all’Università
In Egitto un civile e un alto funzionario di polizia sono morti in seguito a tre attentati
dinamitardi avvenuti nei pressi dell’Università del Cairo. Almeno 7 agenti sono rimasti
feriti. Un quarto ordigno è stato disinnescato dalle forze di sicurezza. Le indagini,
al momento, si concentrano sulla pista che porta ad un gruppo jihadista attivo nel
Sinai. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Gli ordigni,
nascosti nei pressi della Facoltà di Ingegneria dell’Università del Cairo, sono esplosi
a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro. Le bombe, secondo diversi osservatori,
avevano per obiettivo i poliziotti in tenuta antisommossa schierati come ogni giorno
davanti all’ateneo, spesso teatro di violente dimostrazioni da parte di giovani integralisti.
Gli agenti avevano il compito di impedire le proteste degli studenti sostenitori del
deposto presidente Mohammed Morsi. Gli attentati, condannati dai fratelli Musulmani
e dal movimento integralista Jamaa Islamiya, hanno provocato vittime e il crollo di
una parte dell’edificio della Facoltà di Ingegneria. Fonti della sicurezza egiziana
hanno reso noto che sono stati arrestati tre studenti. Il premier ad interim Ibrahim
Mahlab ha convocato una riunione d’urgenza. Il ministro dell'Interno egiziano non
esclude che dietro le esplosioni ci sia la mano di un gruppo jihadista attivo nel
Sinai. L'intenzione del governo - ha dichiarato il primo ministro - è di combattere
il terrorismo.