Card. Tagle: il boom economico esclude il popolo filippino
A dispetto della tanto sbandierata crescita economica, in ampie sacche del Paese povertà
e disoccupazione crescono a un ritmo allarmante. È il paradosso denunciato dall'arcivescovo
di Manila, card. Luis Antonio Tagle, secondo cui il governo filippino continua a fregiarsi
di uno sviluppo economico-commerciale, che non trova affatto riscontro nella situazione
reale per gran parte della popolazione. Il porporato sottolinea che è doveroso evidenziare
i progressi compiuti dall'esecutivo e dal settore degli affari ma, aggiunge, è "allarmante
osservare che il tasso di povertà non è affatto diminuito".
Intervistato nel
corso della trasmissione Everyday Faith Live, programma trasmesso dal network
cattolico newyorkese Tele Care, il card. Tagle ha affrontato il tema degli squilibri
nell'economia del Paese asiatico. Il porporato - riferisce l'agenzia AsiaNews - nota
che, lo scorso anno, a dispetto del più alto tasso di crescita del Pil registrato
dalle Filippine fra le nazioni del Sud-est asiatico, non si capisce "dove sia finita"
questa ricchezza. E come sia possibile che "il popolo, la gente comune resti povera".
L'autorità
nazionale di statistica (Psa) ha pubblicato di recente un rapporto, che conferma la
crescita del livello di disoccupazione nelle Filippine, a dispetto degli obiettivi
di crescita conseguiti con largo margine. A gennaio il tasso ha toccato il 7,5%, rispetto
al 7,1% dello scorso anno; il tutto a fronte di una crescita del Prodotto interno
lordo (Pil) del 7,2%, seconda economia in Asia dopo la Cina (+7,7%). Sono almeno 2,96
milioni le famiglie senza un impiego all'inizio del 2014, a fronte dei 2,78 milioni
dei 2013. Sono inoltre cresciuti i nuclei familiari che vivono al di sotto degli standard
di povertà (55%) e che non hanno a disposizione cibo a sufficienza (41%).
Il
richiamo del cardinale Tagle conferma l'attenzione della Chiesa verso i poveri, come
già avvenuto nel recente passato con il duro monito dell'ausiliare di Manila contro
gli abusi e le discriminazioni delle istituzioni nei confronti della frangia più debole
della popolazione. Mons. Broderick Pabillo ha ricordato come la politica economica
del governo contribuisca "in maniera decisiva all'allargamento della forbice" fra
ricchi e poveri. (R.P.)