Il CdM vara la riforma del Senato. Renzi afferma: “Se viene bocciata tutti a casa”
E’ con un voto unanime che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera, ieri,
al disegno di legge che cambierà il Senato e il Titolo V della Costituzione. In conferenza
stampa il premier Renzi annuncia anche gli altri impegni del governo: la prossima
settimana la presentazione del Documento di economia e finanza, nella settimana di
Pasqua il varo del decreto per gli sgravi di 80 euro in busta paga, entro fine aprile
i provvedimenti sui temi del fisco e della pubblica amministrazione. Il servizio di
Adriana Masotti: “Una grandissima
svolta per la politica e le istituzioni", afferma Renzi al termine del Consiglio dei
ministri, annunciando la sua riforma: il Senato del futuro sarà composto da rappresentanti
di Regioni e Comuni, non sarà elettivo, costerà molto meno e non voterà ne' la fiducia
ne' il bilancio. Il disegno di legge prevede anche una revisione del Titolo V della
Costituzione, con il riordino della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni
e l’abolizione del Cnel. Renzi vuole arrivare ad una prima lettura del testo entro
le elezioni europee, il 25 maggio. Prima bisogna approvare la nuova legge elettorale,
chiede però il leader di Forza Italia, Berlusconi. Il progetto di Renzi incassa il
sostegno convinto del presidente Napolitano, ma perplessità arrivano dagli stessi
partiti della maggioranza e dal Pd. Critico il presidente del Senato. Grasso ritiene
essenziale che i parlamentari della nuova Camera alta siano eletti dai cittadini e
auspica sul testo un ampio dibattito parlamentare. “Rivendico la possibilità di poter
esprimere la mia opinione sui temi della politica, dichiara Grasso, senza che nessuno
possa temere una parzialità nell'esercizio delle mie funzioni di presidente".
E
per un commento sulla riforma del Senato, Alessandro Guarasci ha sentito il
costituzionalista Stefano Ceccanti:
R. - Io ho sempre
pensato che fosse coerente con un impianto del Senato che deve risolvere il conflitto
Stato-Regioni, che ora è presso la Corte, e che questo Senato dovesse essere rappresentativo
soprattutto delle autonomie e quindi che non dovesse essere elettivo.
D. -
Ma non rischiamo di avere un organismo senza alcun potere?
R. - No. Noi dobbiamo
tener presente quali sono le regolarità anche degli altri sistemi parlamentari europei.
Le Seconde Camere non sono fatte per paralizzare le Prime Camere che hanno il monopolio
del rapporto fiduciario con il governo; sono fatte per rappresentare un'altra cosa,
cioè le autonomie territoriali. Più rappresentano un'altra cosa, più sono utili. Altrimenti,
se fossero un doppione non avrebbero senso.
D. - Secondo lei, un giudizio politico:
Renzi incontrerà difficoltà nel fare approvare questa riforma?
R. - Guardi,
difficoltà ne incontrerà; però, il governo e la legislatura sono appesi al fare le
riforme. Non è una situazione ordinaria: se per caso si dovessero impaludare queste
riforme, si andrebbe fatalmente a elezioni anticipate drammatiche. Io penso che nessuno
voglia tirare la corda fino a questo punto.