2014-03-31 14:18:28

Rapporto sul clima: i mutamenti colpiscono tutti


I cambiamenti climatici hanno già portato gravi impatti sull’habitat umano e naturale “in tutti i continenti e gli oceani” danneggiando coltivazioni agricole per l’alimentazione, diffondendo malattie, sciogliendo i ghiacciai: è quanto denuncia l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, (Intergovernmental Panel on Climate Change), “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation and Vulnerability”, diffuso ieri da Yokohama. Si tratta - riporta l'agenzia Misna - del secondo di tre rapporti – il primo rilasciato a Stoccolma il settembre scorso stabiliva che l’uomo è la “causa dominante” dei cambiamenti climatici – stilato da esperti di tutto il mondo, in vista dell’appuntamento internazionale del prossimo settembre a New York per riprendere le trattative per un accordo consensuale sulla riduzione delle emissioni nocive.

Se alcune regioni del mondo potrebbero presto raggiungere il punto di non ritorno, altre lo hanno già toccato, stando al rapporto: “Sia le barriere coralline che gli ecosistemi dell’Artico stanno già sperimentando cambiamenti irreversibili” si legge nel testo. Particolarmente a rischio sono le popolazioni che vivono nelle aree costiere o nelle piccole isole, vulnerabili a mareggiate, inondazioni e innalzamento del livello del mare. Ma anche quelle che risiedono nelle grandi aree urbane rischiano forti alluvioni nonché ondate di calore estremo.

A rischio è anche la produzione alimentare: siccità o inondazioni, legate al cambiamento delle precipitazioni, potrebbero ridurre sensibilmente la produzione agricola ma anche colpire la pesca, a causa dello squilibrio arrecato dai cambiamenti climatici agli oceani.

Naturalmente, i rischi non sono distribuiti equamente e a pagare saranno principalmente i poveri, i giovani e gli anziani. I mutamenti del clima rallenteranno la crescita economica – avverte ancora il rapporto – creando “trappole della povertà” soprattutto nell’Asia meridionale e nel sud-est asiatico.

“Ma il più grande rischio potenziale è che un certo numero di questi scenari si verifichino contemporaneamente, portando a conflitti e guerre, o trasformando un problema regionale in una crisi globale” ha evidenziato Saleemul Haq, esperto dell’International Institute for Environment and Development, fra gli autori dello studio.


Ultimo aggiornamento: 1° aprile







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