Pakistan: dopo la condanna a morte di Masih ancora appelli contro la legge sulla blasfemia
“Deploriamo la condanna a morte di Sawan Masih che ha creato ulteriore paura e insicurezza
tra i cristiani in Pakistan. Questo verdetto sancisce la morte della giustizia in
Pakistan”. E’ quanto dice all’agenzia Fides l'avvocato Sardar Mushtaq Gill, a capo
dell’Ong Lead (“Legal Evangelical Association Development”), impegnata nella difesa
dei diritti e nella promozione sociale dei cristiani in Pakistan. Il 27 marzo un tribunale
di primo grado di Lahore ha condannato all’impiccagione il cristiano Sawan Masih per
blasfemia.
Secondo l’avvocato Gill, che ha seguito personalmente il caso,
non vi è alcuna prova sostanziale a carico dell’uomo, ma solo una testimonianza presentata,
fra l’altro, come “documentazione integrativa” diversi giorni dopo la denuncia. Ad
aprile 2013 Lead aveva depositato una richiesta di cauzione per Sawan Masih, che è
stata rifiutata dalla Corte. Dopo la condanna a morte di Masih, Lead lancia un appello
attraverso Fides: “Occorre coagulare tutte le organizzazioni che tutelano i diritti
umani, in Pakistan e all’estero, e alzare la voce per chiedere l’abrogazione della
legge sulla blasfemia in Pakistan”. (R.P.)