Oggi al via la riforma del Senato di Renzi. Grasso: a rischio la democrazia
Serrato dibattito politico alla vigilia del Consiglio dei ministri che darà il via
libera al disegno di legge costituzionale che riforma il Senato e il Titolo V della
Costituzione. Il presidente di Palazzo Madama frena e avvisa il premier: i numeri
rischiano di non esserci. Ma Renzi replica: il Governo non molla. Servizio di Giampiero
Guadagni:
Oggi dunque
la riforma del Senato targata Renzi. Un’assemblea costituita da non più di 150 membri,
nessuno dei quali eletto direttamente. Ne farebbero parte i presidenti delle Regioni
e altri tra sindaci e consiglieri regionali che, avendo già le indennità di carica,
non percepirebbero alcun compenso. Competenze solo su materie specifiche legate alle
autonomie e al territorio, senza più sovrapposizioni con Montecitorio. Nessun passo
indietro del premier dunque, nonostante perplessità e pressioni di diverso tono e
segno. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, sottoscrive l’appello di un gruppo di intellettuali
guidato da Rodotà che definisce il progetto del governo una svolta autoritaria. Forza
Italia, da parte sua, chiede che la riforma del Senato arrivi come da accordi dopo
quella della legge elettorale, l’Italicum. Superate almeno per il momento le riserve
del suo stesso partito, il Pd, Renzi risponde al presidente di palazzo Madama, Grasso,
che paventa riforme a colpi di voti di fiducia e chiede che la Camera alta resti un’assemblea
degli eletti. Renzi assicura: il modello proposto rispetta la Costituzione. Capisco
le resistenze di tutti, conclude il premier, ma la musica deve cambiare. E i politici
devono fare sacrifici dopo averli chiesti per anni alle famiglie.