2014-03-29 14:04:47

Putin chiama Obama: si riapre il dialogo sulla crisi ucraina


Dopo le tensioni delle scorse settimane, Mosca riapre il dialogo con l’Occidente sulla crisi ucraina. All’indomani della telefonata di Putin a Obama, oggi il ministro degli Esteri russo Lavrov parla di possibilità di un’iniziativa comune con gli Usa e i principali Paesi europei, “che potrebbe essere proposta all'Ucraina”, ma ha definito sterili le richieste di restituzione della Crimea a Kiev. Intanto il segretario della Nato Rasmussen ha annunciato il rafforzamento dell’alleanza nei Paesi membri ai confini con la Russia, nonostante Mosca abbia smentito le ipotesi di possibili nuovi sconfinamenti delle proprie truppe. Su questi ultimi sviluppi, Marco Guerra ha intervistato Luigi Geninazzi, inviato di "Avvenire" ed esperto dell’area ex sovietica:RealAudioMP3

R. - Il ritorno alla diplomazia è sempre una buona notizia. Dopo l’inasprimento dei toni e soprattutto i colpi di mano che ci sono stati nelle ultime settimane. Bisognerà aspettare se questa strategia comune, auspicata dal ministro degli Esteri russo Lavrov, si troverà, perché resta la ferita della Crimea. I problemi aperti riguardano ormai soprattutto quello che potrebbe succedere nell’Ucraina orientale, dove potrebbe, in seguito ad incidenti o a proteste riproporsi uno scenario di spaccatura, tenendo presente che per Putin l’Ucraina non è un vero e proprio Stato. Questa è la situazione.

D. - Trapela che Putin avrebbe messo sul tavolo del ritorno alle trattative perfino la Transnistria, un’enclave russa in Moldova …

R. - Di fatto la presenza di Mosca, del governo russo, dell’esercito russo in Transnistria, così come nelle altre sue enclave russe della Georgia, l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia, sono già una realtà; mai riconosciute però e da sempre contestate dai governi della Moldova o della Georgia. Forse Putin vuole discutere di tutto questo. Credo però che il primo punto fermo, il punto chiave, sia chiedere che il governo di Mosca riconosca e dialoghi con il governo di Kiev. È quello che manca adesso in Ucraina: Mosca continua ad ostinarsi a dire che non è un vero governo, che non è un governo legittimo. Una volta che questi si riconoscono allora si potrà iniziare a discutere anche di Crimea e di tutto il resto dei territori contesi.

D. - Qual è il ruolo degli Stati Uniti in questo negoziato?

R. - Gli Stati Uniti come sempre, ma soprattutto in questo caso, hanno avuto un ruolo preponderante perché l’Europa ha le mani legate; dipende per il 30 per cento, dal punto di vista energetico, dalla Russia. L’Unione Europea si è mostrata titubante ed ha compiuto vari errori. Credo che tutto sarà deciso intorno ad un tavolo in funzione di quello che faranno gli americani e di quello che, ancora una volta, riuscirà ad imporre la Russia.







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