Filippine: i missionari sperano nella pace dopo l'accordo tra governo e ribelli
L’accordo tra il governo delle Filippine e il gruppo ribelle “Moro Islamic Liberation
Front” (Milf), firmato giovedì scorso, genera nuove speranze ma dev’essere realmente
“foriero di pace, giustizia e sviluppo”: è quanto afferma all’agenzia Fides la Provincia
filippina dei missionari Oblati di Maria Immacolata (Omi), presenti e radicati da
75 anni nelle Filippine meridionali. Padre Lauro De Guia, superiore provinciale nelle
Filippine, esprime l’auspicio che l’accordo possa “portare a un'era di armonia e di
sviluppo”. “Con l'apertura, la pazienza, il sacrificio, la buona volontà, la fiducia,
il dialogo, si possono realizzare accordi che stringono forti legami tra i gruppi
con diversi background e interessi”, afferma. I missionari Oblati sostengono lo “spirito”
dell’intesa, in particolare: il riconoscimento della legittimità della causa del popolo
“Bangsamoro”, cioè i musulmani filippini, e le loro aspirazioni all’autonomia attraverso
un processo democratico; l’obiettivo di trovare una soluzione alla loro richiesta
di giustizia e dignità; l'obiettivo di porre fine ai combattimenti tra il governo
e il Milf e promuovere pace e stabilità; l’impegno assunto dalle parti per tutelare
e valorizzare i diritti di tutti gli abitanti delle Filippine meridionali. I missionari
notano: “Siamo pienamente consapevoli del fatto che un accordo funziona solo se viene
attuato. Pertanto invitiamo tutti i soggetti interessati a tener fede agli impegni
assunti, rispettando i principi dichiarati”. In particolare si auspica “rispetto reciproco
per il diritto alla propria identità, il proseguire di dialoghi e consultazioni, l'istituzione
di una amministrazione locale realmente democratica e rappresentativa della diversità
della popolazione”. Gli Oblati chiedono anche di estendere l’accordo alle altre componenti
dei gruppi ribelli islamici presenti sul terreno, come il "Moro National Liberation
Front" (Mnlf), in modo da poter definire l’accordo “autenticamente inclusivo”. “Ci
impegniamo a continuare a pregare, ad approfondire e ad operare a sostegno di questo
processo di pace”, conclude padre De Guia. (G.A.)