Turchia: vigilia amministrative, dopo Twitter Erdogan blocca anche Youtube
E’ altissima la tensione in Turchia. A due giorni dalle cruciali elezioni amministrative
di domenica, il premier Erdogan ha ordinato il blocco di Youtube, dopo quello di Twitter
deciso la settimana scorsa. Veronica Giacometti ne ha parlato con Susanna
Iacona Salafia, corrispondente del Messaggero in Turchia:
R. - C’è grandissima
attesa per queste elezioni. È un test amministrativo, si vota per il rinnovo dei sindaci
e dei Muttar, che sono i capi quartiere. L’atmosfera interna è tesissima per tutta
una serie di ragioni. Qui c’è una forte opposizione sociale al governo di Erdogan,
soprattutto giovanile, che abbiamo visto con l’occupazione del Parco Gezi la scorsa
estate e con i violenti scontri con la polizia. Scontri che continuano e che sono
riemersi con forza in occasione del funerale del giovane 15.enne colpito da un lacrimogeno
e morto dopo mesi di coma. C’è una forte polarizzazione dell’opinione pubblica tra
pro-Erdogan e anti-Erdogan, specie alla luce dei recenti scandali di corruzione che
hanno colpito il suo governo. È iniziata quindi una guerra delle rivelazioni attraverso
i social network - in particolare Twitter - dove venivano diffuse tutte le intercettazioni
telefoniche dell’inchiesta. Questo, come sappiamo, ha portato alla chiusura del social
network con una decisione delle autorità delle telecomunicazioni che qui in Turchia,
grazie ad una nuovissima legge del parlamento, ha questo potere, addirittura senza
la necessità di un ordine della magistratura. Ieri su YouTube, per una questione di
sicurezza nazionale, era stata diffusa un’intercettazione illegale nel corso di un
incontro al Ministero degli esteri su di un possibile, o presunto, intervento armato
da parte della Turchia in Siria. Chiaramente, è una situazione che rischia di esplodere
e che può avere risvolti sociali non indifferenti.
D. - La stampa locale si
accorge che in questo modo c’è un allontanamento dall’integrazione con l’Unione Europea?
R.
- La stampa locale è chiaramente polarizzata e divisa: ci sono quotidiani e canali
televisivi governativi ma ci sono anche molti giornali di opposizione - come Radical
e Cumhuriyet, principale quotidiano del partito dell’opposizione - che mettono in
evidenza tutti questi aspetti.
D. - Non è chiaro quale sarà l’impatto della
valanga di scandali che stanno colpendo il premier e il suo governo sul voto delle
elezioni amministrative di domenica…
R. - Non è chiaro a nessuno. Si parla
di un calo ma è improbabile che il partito di Erdogan perda su scala nazionale. Si
parla di alcune città dove chiaramente l’affermazione del partito dell’opposizione,
per tradizione, è sempre stata forte come a Smirne. Anche nella stessa Istambul si
parla di un “photofinish” tra i due candidati alla poltrona di primo cittadino. Sicuramente,
in alcune zone perderà, o ci sarà una decrescita di consensi.