Il Papa alla Penitenzieria: la misericordia è il cuore del Vangelo
Il Papa ha incontrato stamani i partecipanti al Corso promosso dalla Penitenzieria
Apostolica sul Foro interno. “Da un quarto di secolo – ha detto Papa Francesco - la
Penitenzieria Apostolica offre, soprattutto a neo-presbiteri e ai diaconi, l’opportunità
di questo corso, per contribuire alla formazione di buoni confessori, consapevoli
dell’importanza di questo ministero. Vi ringrazio per tale prezioso servizio e vi
incoraggio a portarlo avanti con impegno rinnovato, facendo tesoro dell’esperienza
acquisita e con sapiente creatività, per aiutare sempre meglio la Chiesa e i confessori
a svolgere il ministero della misericordia, che è tanto importante! A questo proposito,
desidero offrirvi alcune riflessioni”.
“Anzitutto – ha affermato il Papa -
il protagonista del ministero della Riconciliazione è lo Spirito Santo. Il perdono
che il Sacramento conferisce è la vita nuova trasmessa dal Signore Risorto per mezzo
del suo Spirito: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati
saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23).
Pertanto, voi siete chiamati ad essere sempre “uomini dello Spirito Santo”, testimoni
e annunciatori, lieti e forti, della risurrezione del Signore. Questa testimonianza
si legge sul volto, si sente nella voce del sacerdote che amministra con fede e con
“unzione” il Sacramento della Riconciliazione. Egli accoglie i penitenti non con l’atteggiamento
di un giudice e nemmeno con quello di un semplice amico, ma con la carità di Dio,
con l’amore di un padre che vede tornare il figlio e gli va incontro, del pastore
che ha ritrovato la pecora smarrita. Il cuore del sacerdote è un cuore che sa commuoversi,
non per sentimentalismo o per mera emotività, ma per le “viscere di misericordia”
del Signore! Se è vero che la tradizione ci indica il duplice ruolo di medico e giudice
per i confessori, non dimentichiamo, non dimentichiamo mai che come medico è chiamato
a guarire e come giudice ad assolvere”.
Il Papa ha poi affrontato un secondo
aspetto: “se la Riconciliazione trasmette la vita nuova del Risorto e rinnova la grazia
battesimale, allora il vostro compito è donarla generosamente ai fratelli. Donare
questa grazia. Un sacerdote che non cura questa parte del suo ministero, sia nella
quantità di tempo dedicato sia nella qualità spirituale, è come un pastore che non
si prende cura delle pecore che si sono smarrite; è come un padre che si dimentica
del figlio perduto e tralascia di attenderlo. Ma la misericordia è il cuore del Vangelo!
Non dimenticate questo: la misericordia è il cuore del Vangelo! È la buona notizia
che Dio ci ama, che ama sempre l’uomo peccatore, e con questo amore lo attira a sé
e lo invita alla conversione. Non dimentichiamo che i fedeli fanno spesso fatica ad
accostarsi al Sacramento, sia per ragioni pratiche, sia per la naturale difficoltà
di confessare ad un altro uomo i propri peccati. Per questa ragione occorre lavorare
molto su noi stessi, sulla nostra umanità, per non essere mai di ostacolo ma sempre
favorire l’avvicinarsi alla misericordia e al perdono”.
E a braccio ha aggiunto:
“Ma, tante volte capita che una persona viene e dice: ‘Ma, non mi confesso da tanti
anni, ma, ho avuto questo problema, ho lasciato la confessione perché ho trovato un
sacerdote e mi ha detto questo’, e si vede l’imprudenza, la mancanza di amore pastorale
in quello che racconta la persona. E si allontanano, per una cattiva esperienza nella
confessione. Se è questo atteggiamento di padre, che viene dalla bontà di Dio, non
succederà mai, questa cosa”.
“Bisogna guardarsi dai due estremi opposti – ha
ribadito - il rigorismo e il lassismo. Nessuno dei due fa bene, perché in realtà non
si fanno carico della persona del penitente. Invece la misericordia ascolta veramente
con il cuore di Dio e vuole accompagnare l’anima nel cammino della riconciliazione.
La Confessione non è un tribunale di condanna, ma esperienza di perdono e di misericordia!”.
Il
Papa ha osservato che “tutti conosciamo le difficoltà che spesso la Confessione incontra.
Sono tante le ragioni, sia storiche sia spirituali. Tuttavia, noi sappiamo che il
Signore ha voluto fare questo immenso dono alla sua Chiesa, offrendo ai battezzati
la sicurezza del perdono del Padre. E’ questo: è la sicurezza del perdono del Padre.
Per questo è molto importante che, in tutte le diocesi e nelle comunità parrocchiali,
si curi particolarmente la celebrazione di questo Sacramento di perdono e di salvezza.
E’ bene che in ogni parrocchia i fedeli sappiano quando possono trovare i sacerdoti
disponibili: quando c’è la fedeltà, i frutti si vedono. Questo vale in modo particolare
per le chiese affidate alle Comunità religiose, che possono assicurare una presenza
costante di confessori. Alla Vergine, Madre di Misericordia – ha concluso - affidiamo
il ministero dei sacerdoti, e ogni comunità cristiana, perché comprenda sempre più
il valore del sacramento della Penitenza”.