Sciopero generale in Paraguay: la Chiesa sostiene chi chiede giustizia e solidarietà
sociale
Dopo lo sciopero generale di questo mercoledì, che nonostante le previsioni di violenza
si è svolto in modo pacifico, il Presidente del Paraguay, Horacio Cartes, ha dato
disposizione di ascoltare i sindacati. Migliaia di contadini, operai e lavoratori
hanno marciato nelle principali città del Paese, protestando per l’aumento dei prezzi
dei biglietti del trasporto pubblico, dei prodotti del paniere familiare e di tutti
i servizi statali. I sindacati sono riusciti a unificarsi, dopo 20 anni, per chiedere
al governo un aumento del 25% del salario minimo per tutti i lavoratori del Paese.
La Chiesa cattolica del Paraguay ha sempre difeso il diritto dei lavoratori a
manifestare pubblicamente le proprie richieste, come spiega il comunicato della Conferenza
episcopale giunto all’agenzia Fides: "Dobbiamo riconoscere nelle richieste dei cittadini
il desiderio di una vita migliore per ampi settori della nostra società, che vivono
una profonda ingiustizia che grida solidarietà e giustizia sociale. Queste esigenze
dei cittadini, però, dovrebbero essere fatte nel quadro del dialogo e del consenso,
soprattutto prendendo come orizzonte il raggiungimento del bene comune della nazione
paraguayana, sotto il disegno d'amore di Dio per i suoi figli".
"Il diritto
allo sciopero è garantito dalla legge" ricordano ancora i vescovi, che poi citano
la “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco (n.183): “Sebbene il giusto ordine della
società e dello Stato sia il compito principale della politica, la Chiesa non può
né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia. Tutti i cristiani, anche
i Pastori, sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore”.
Mons. Mario Melanio Medina Salinas, vescovo di San Juan Bautista de las Misiones,
in una nota inviata a Fides sostiene che è necessario manifestare, perché il popolo
vive nella miseria: "sebbene il Paraguay sia ammirato per la sua macroeconomia, la
povertà e la miseria sono in aumento". (R.P.)