Lega Araba: concluso il vertice tra divisioni ed ostilità
I ribelli siriani hanno chiesto armi e ricevuto sostegno “politico” e niente di più:
si è concluso così questo mercoledì in Kuwait un tormentato vertice della Lega Araba
in cui, Arabia Saudita a parte, tutti i Paesi rappresentati si sono espressi a favore
di una soluzione politica per il conflitto che insanguina la Siria da oltre tre anni.
Il
dossier siriano - riferisce l'agenzia Misna - ha dominato l’agenda dell’incontro fin
dal primo giorno di lavori, martedì, quando il presidente della Coalizione nazionale
siriana Ahmed Jarba, prendendo la parola, ha implorato ai dirigenti arabi “di fare
pressioni sulla comunità internazionale” accusata di indifferenza nei confronti del
dramma del popolo siriano, e trovare il modo di consegnare loro “armi sofisticate
per combattere l’esercito di Bashar al Assad”.
Dopo oltre 24 ore di dibattito
e accesa polemica, il comunicato finale del vertice – a cui oltre la metà dei Paesi
non ha inviato i capi di Stato – ribadisce l’urgenza di una “soluzione politica, sulla
base delle conclusioni di Ginevra I”. Leggendo tra le righe, il significato è chiaro
e prevede l’instaurazione a Damasco di un governo transitorio e il raggiungimento
di un’intesa per la riconciliazione nazionale. Nessun riferimento all’uscita di scena
del presidente in carica.
Il summit è stato il primo incontro regionale dopo
la dichiarata frattura all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) consumatasi
nelle settimane scorse, quando Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno
richiamato i loro ambasciatori da Doha. Una decisione dettata da quelle che un comunicato
ha definito “politiche di interferenza” del Qatar negli affari interni dei paesi vicini,
in riferimento al sostegno garantito ai Fratelli Musulmani nella regione. (R.P.)