2014-03-27 14:37:32

Filippine. Governo e Fronte islamico Moro siglano storico accordo di pace a Mindanao


Evento storico nelle Filippine: è stato firmato a Manila l’accordo di pace a Mindanao tra il governo filippino e il Fronte di liberazione islamico Moro, opposti da un conflitto quarantennale, per l’indipendenza della regione nel sud del Paese a maggioranza musulmana. L’intesa – che giunge dopo annose trattative – è stata mediata dalla Malysia e da un Gruppo di contatto, formato da quattro organizzazioni internazionali, interpreti degli interessi della società civile. Tra queste, la Comunità di Sant’Egidio. Roberta Gisotti ha raggiunto via telefono a Manila il delegato, Alberto Quattrucci:RealAudioMP3

D. – Come si è arrivati a chiudere l’accordo dopo 17 anni di difficili negoziati?

R. – In realtà, sono 40 anni di conflitti. Questo è il terzo negoziato dopo quello del ’96 e del 2008. Round dopo round, siamo arrivati alla firma finale di questo "Framework Agreement".

D. – Quali sono i punti principali dell’accordo?

R. – Molti riguardano il problema della territorialità, delle acque, dello sfruttamento economico delle risorse naturali, il problema della definizione di questa realtà autonoma – non indipendente ma autonoma – di Bangsamoro, fino ad arrivare alle questioni dell’esercito, della sicurezza e della 'normalizzazione', ovvero di come smantellare i sei campi militari e di come pian piano, attraverso vari comunicati di sicurezza – in un arco di tempo che va da quest’anno fino al 2016 – si possa arrivare alle libere elezioni di un parlamento locale di 50 membri di Bangsamoro. Il territorio di questa realtà autonoma è ancora da delimitare e sarà definito attraverso un plebiscito che verrà fatto nelle varie province probabilmente nel maggio del 2015.

D. – Quanto ha contato il Gruppo di contatto per arrivare alla firma dell’accordo ed in particolare qual è stato l’impegno della Chiesa cattolica?

R. – Nella mia esperienza ha contato molto. Noi di Sant’Egidio abbiamo alle spalle 18 negoziati fatti negli ultimi 30 anni e che, tutto sommato, rivelano oltre aD una preparazione tecnica – sempre importante e fondamentale per capire le diverse situazioni ed il linguaggio che viene usato – conta molto anche il rapporto personale, il clima, il sostegno, il convincimento e la fiducia reciproca, perché 'chiacchierare' in un clima di fiducia è molto importante. Dallo scorso anno, ho vari esempi in cui si sono rasentati momenti di crisi tra i due gruppi perché non ci si metteva d’accordo su di una parola o su di un’espressione… In questo senso, il nostro lavoro – soprattutto di qualche realtà del gruppo di contatto – è stato proprio quello di parlare loro, nei momenti di intervallo, e spiegare le varie situazioni. Tante volte ci è stato chiesto di scrivere un testo che potesse rispettare ambo le parti ed essere approvato per sciogliere una situazione di difficoltà. Quindi, devo dire che è stato un lavoro utile ed interessante che, grazie al cielo, alla fine ha portato a un’intesa abbastanza completa. Con questo accordo di oggi, si assicura che il governo riconosca l’esistenza di Bangsamoro, questa realtà autonoma senza ancora né confini né una sua Costituzione e che ovviamente non potrà andare contro la Costituzione delle Filippine. Inoltre, c’è tutto il discorso delle elezioni e del consenso. È un lavoro lungo quello da fare, perché questo non è un accordo finale ma un accordo iniziale. Da oggi, forse, è possibile davvero cominciare a costruire la pace.

D. – Un accordo oggi sulla carta che presuppone da domani - in una parola - 'cosa' perché possa realizzarsi nei fatti?

R. – Da domani, innanzitutto, presuppone di seguire le cose scritte e metterle in pratica. Controllare quindi, passo dopo passo, lo sviluppo, l’ampliamento e il consenso intorno a questo accordo di tantissimi altri gruppi minoritari che non entrano nell’accordo. Oggi, il Milf (Moro Islamic Liberation Front) riguarda una media parte di Mindanao, ma qui si spara ancora! Non si spara nelle zone di Bangsamoro, ma si spara in altre zone. In queste realtà ho fatto incontri su incontri, riunioni su riunioni con gruppi minoritari di tutti i tipi – dai gruppi religiosi e politici, ma anche gruppi di ribelli – in cui spiegavo che la pace può essere un guadagno per tutti ma a questo discorso bisogna ancora arrivare. Stiamo preparando una Conferenza di dialogo interreligioso, includendo la società civile e i gruppi politici, anche quelli di minoranza, per il 6 ed il 7 giugno a Cotabato, insieme al cardinale Quevedo, eletto da poco dal Papa. Con lui stiamo lavorando su questo tema del dialogo interreligioso e del dialogo interculturale per provare a creare fiducia e consenso. Il lavoro è ancora molto lungo.







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