Da Bruxelles nuovo monito alla Russia. Gli Usa aprono esportazioni gas a Europa
Intensa giornata ieri per il presidente Usa Obama a Bruxelles, dove ha incontrato
i vertici della Nato e dell’Unione Europea, e all’Aja per il summit internazionale
sulla sicurezza nucleare. Al centro dei colloqui la crisi ucraina e la recente annessione
della Crimea da parte della Russia. Da Bruxelles, Giovanni Del Re:
Non dobbiamo
dare per scontato il nostro progresso, ancora poche settimane fa nessuno avrebbe ritenuto
possibile che in Europa si tornasse a violare frontiere e integrità territoriali di
uno stato. Commemorando i caduti americani della prima guerra mondiale al cimitero
militare di Flanders Fields, vicino Bruxelles, il presidente Barack Obama ha voluto
lanciare un messaggio chiaro all’Europa: quello che accade in Ucraina con l’annessione
della Crimea non è un problema solo di uno stato, ma di valori che l’occidente deve
difendere. Un messaggio ribadito congiuntamente con l’Europa in occasione del vertice
Ue-Usa. «Non riconosceremo mai l’annessione della Crimea», ha detto anche il presidente
del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, mentre nella dichiarazione congiunta Ue-Usa
si ribadisce la minaccia di ulteriori sanzioni se Mosca non si fermerà. Non è un ritorno
alla guerra fredda, ha però voluto precisare Obama, visto che Mosca non guida più
una coalizione di stati né un’ideologia. Spostandosi poi al quartier generale della
Nato, Obama ha discusso con il segretario generale Anders Fogh Rasmussen del rafforzamento
della presenza militare in Polonia e negli stati baltici per dare più sicurezza a
questi alleati. Si è però parlato molto anche di energia, con gli europei che premono
affinché gli Usa riforniscano l’Europa di gas per ridurre la dipendenza da Mosca.
Obama ha promesso che l’America darà una mano aumentando le forniture, la prossima
settimana si riuniranno Ue e Usa per discuterne. Ma Obama ha anche avvertito: per
facilitare l’export di gas americano servirebbe concludere il grande accordo per di
libero scambio attualmente in negoziato. E gli europei non dovrebbero guardare solo
agli Usa, ma anche trovare altre fonti di rifornimenti.