Libano: il patriarca Rai interviene sull'elezione del nuovo presidente
L'elezione del nuovo Presidente della Repubblica libanese è una scelta che compete
solo ai cittadini del Libano “e non agli iraniani, ai sauditi o agli americani”. Essa
deve essere operata alla luce del sole dall'Assemblea parlamentare, e non attraverso
accordi sotterranei extra-parlamentari tra le fazioni contrapposte che da anni bloccano
il corretto funzionamento delle istituzioni statali. Così il patriarca di Antiochia
dei Maroniti, Bechara Boutros Rai, si è espresso in un'intervista rilasciata alla
rete televisiva Lbci. Nel corso dell'intervista, il patriarca Rai ha più volte richiamato
il presidente del parlamento Nabih Berri a convocare subito l'Assemblea parlamentare
per permettere ai deputati di iniziare al più presto la ricerca di candidati alla
Presidenza della repubblica.
Il richiamo a coinvolgere subito il Parlamento,
espresso dal patriarca, contrasta con le mosse di chi punta invece ad affidare la
scelta del nuovo Presidente a accordi preconfezionati tra i due blocchi politici maggioritari
– la Coalizione 8 marzo e la Coalizione 14 marzo – che da anni condizionano la vita
politica del Paese dei cedri.
L'attuale Presidente in carica, Michel Sleiman,
terminerà il suo mandato il prossimo 25 maggio. Nel sistema istituzionale in vigore
in Libano, la carica di Presidente della Repubblica spetta a un cristiano. Le preoccupazioni
espresse dal Capo della Chiesa maronita riguardano la possibilità che la contrapposizione
tra i blocchi possa portare a un'impasse o a scelte di compromesso al ribasso, sottraendo
di fatto all'Assemblea parlamentare la competenza dell'elezione.
Il Patriarca
ha ribadito che non è sua intenzione indicare dei nomi per la carica presidenziale.
Ma ha aggiunto che, in caso di stallo, renderà noto l'elenco dei candidati preferiti
dal popolo libanese, sulla base degli orientamenti documentati da sondaggi e ricerche
demoscopiche. Riguardo al profilo del candidato, il patriarca Rai ha sottolineato
l'urgenza di trovare una “persona moderna che sappia trattare gli affari dello Stato”,
ribadendo che a scegliere il loro Presidente devono essere solo i cittadini libanesi,
“e non gli iraniani, i sauditi o gli americani”. Il card. Rai ha anche rivelato di
aver incontrato diplomatici di diversi Paesi per chiedere loro di tenere fuori il
Libano dal conflitto siriano, dai negoziati sul programma nucleare iraniano e dalle
tensioni tra Iran e Arabia saudita, per garantire che l'elezione del Presidente non
sia condizionata dalle tensioni regionali e internazionali.
Interpellato riguardo
alle milizie collegate al partito sciita Hezbollah, il Patriarca Rai ha ribadito che
esse non possono operare al di fuori della giurisdizione dello Stato e devono essere
inserite nel quadro della strategia di difesa nazionale. (R.P.)