Roma. Il Ministero della salute contro la tossicodipendenza: droghe leggere, effetti
pesanti
Ieri, all’Auditorium "Massimo" di Roma, la seconda tappa del percorso nelle scuole,
realizzato dal ministro della Salute, Beatarice Lorenzin, e dal neurologo Rosario
Sorrentino, per organizzare incontri-dibattito con studenti, genitori, insegnanti,
al fine di informare giovani e giovanissimi sui rischi potenziali delle cosiddette
droghe leggere. Diventate negli anni sempre più potenti e capaci di produrre alterazioni
significative sul nostro cervello, un organo che nell’adolescenza è nel pieno di delicate
tappe per il suo equilibrio e sviluppo definitivo. Veronica Giacometti ha intervistato
il neurologo Rosario Sorrentino:
R. – L’aggettivo
qualificativo “leggero” andrebbe abolito, eliminato. Rappresenta, infatti, una ambiguità
pericolosa, soprattutto perché negli ultimi anni - negli ultimi 10-15 anni - il principio
attivo responsabile di tutti gli effetti del tanto innocuo spinello, che innocuo non
è, il THC, è arrivato dal 5.7% fino addirittura al 40-50%. Per cui, oggi bastano poche
boccate di spinello, in persone predisposte, per rappresentare l’esordio di disturbi
che vanno da un’ansia generalizzata a dei veri e propri attacchi di panico, a delle
allucinazioni, in alcuni casi a delle psicosi, con dei disturbi del comportamento,
che a volte rientrano, a volte non rientrano e necessitano di una medicalizzazione,
cioè di una cura per far svanire questi effetti indesiderati.
D. – Le droghe
leggere vanno legalizzate? Se provassimo a fare questa domanda a scuola, in una classe
delle superiori di primo o secondo grado, le risposte potrebbero stupirci...
R.
– Assolutamente sì, ma perché c’è un’alterata disinformazione. Si fa, infatti, una
grande confusione tra le droghe leggere, la cannabis, per motivi terapeutici e curativi
e la cannabis per uso ricreativo. Questo è un argomento molto importante: approfondire
il cambiamento della comunicazione, migliorarla. Perché? Perché nella confusione i
furbi fanno affari: mettono sullo stesso piano sostanze che possono essere utilizzate
con modalità diverse. Ma soprattutto il rischio già in corso è che si diffondano sempre
di più nella fase adolescenziale. Infatti, i dati nazionali ci dicono che l’uso di
cannabis nel nostro Paese si è ridotto, ma è nettamente aumentato nell’età adolescenziale.
E allora è importante creare una "no-fly zone" della comunicazione, cioè un’area di
comunicazione protetta per i giovani, per gli adolescenti, per chiarire questi malintesi
che possono poi essere, rappresentare per molti di loro delle brutte sorprese.
D.
– La conoscenza è fondamentale...
R. – E’ l’informazione che è fondamentale.
Io non amo quei personaggi del mondo dello spettacolo, quei vip, quelle celebrità
del momento, che danno il loro “endorsement”, il loro sostegno pubblico ai “senza
conoscenza”, anzi molto spesso sono ignoranti in materia, creando, con il rischio
della loro fascinazione, della loro capacità di influire sui giovani, dei falsi miti,
ma soprattutto dei comportament, che poi è molto difficile recuperare. Molti di questi
giovani, infatti, possono rimanere intrappolati in una dipendenza e anche nelle poli-dipendenze:
oltre a quella della cannabis, degli alcolici, anche quella verso le droghe sintetiche,
in una scalata pericolosa, con ulteriori danni sul loro cervello.