2014-03-25 16:14:46

Il popolo ucraino non deve decidere tra Est e ovest: così Obama dopo il G7 sull'Ucraina


“Il popolo ucraino non ha la necessità di scegliere fra Est e Ovest”. A dichiararlo è il presidente Usa. Dopo il G7, lunedì, che ha rafforzato le sanzioni alla Russia per le sue azioni “inaccettabili” sulla Crimea, Obama ha parlato a conclusione, sempre all’Aja, dell'incontro sulla sicurezza nucleare con oltre 50 leader di tutto il mondo. Ha assicurato che se la Russia non si fermerà ci saranno conseguenze. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Sarei disonesto se dicessi che c'e' una soluzione semplice in Crimea". Così Obama che ricorda i rapporti storici che legano la penisola alla Russia. Poi il presidente Usa smentisce che i russofoni siano minacciati in Ucraina e rifiuta il parallelo con il Kossovo, dove - dice - “abbiamo visto il massacro di migliaia di persone". Obama ribadisce: "Ogni alleato della Nato ha la rassicurazione della difesa collettiva e a proposito di possibili minacce sui Paesi baltici, aggiunge: "Ci sono momenti in cui l'azione militare può essere giustificata". Ma tra tante parole dure non manca il riferimento alla porta della diplomazia che resta aperta. Nei fatti c’è che, a conclusione del G7 e dell’incontro sul nucleare, la Russia è sospesa dal club dei grandi. I leader del G7 non incontreranno piu' Putin finche' "non cambiera' comportamento". La prossima riunione si terra' a Bruxelles a giugno, a sette. Dunque, niente G8 di Sochi.


Si alza dunque il tono della disputa, come sottolinea, al microfono di Gabriella Ceraso, Elena Sciso, ordinario di Diritto internazionale alla Luiss di Roma:RealAudioMP3

R. – È una cosa certamente significativa ed importante. Il G7, poi diventato G8, è un gruppo ristretto di Stati che condividono non soltanto gli indirizzi economici generali, ma condividono anche alcuni valori politici: il rispetto dei diritti dell’uomo, la democrazia e lo stato del diritto. Quindi, dire oggi che è opportuno che la Russia non partecipi a queste riunioni può essere una sanzione politica. E’ indubbio che la comunità internazionale sta cercando di isolare Mosca in tutti i contesti in cui ciò è possibile, rispetto al fatto che la Russia ha violato in modo flagrante questi principi condivisi.

D. – Dall’altra parte, c’è il fronte americano: questo viaggio in Europa di Obama - domani a Bruxelles, dopodomani a Roma - da viaggio pacifico e di apertura si sta trasformando in viaggio abbastanza complicato, in cui sicuramente è importante tenersi ben stretto l’alleato europeo. Fino a che punto si può spingere ancora Obama?

R. – Gli Stati Uniti possono mettere sul piatto questa loro produzione autonoma di petrolio e di gas naturale, potrebbero anche decidere di esportarne una parte in Europa. È sufficiente per soddisfare il fabbisogno dell’Europa? Diciamo che il livello delle sanzioni dipende anche da queste valutazioni che i governi sono chiamati a fare…

D. – Parallelamente alle grandi decisioni, come quella appunto della sospensione del G8, si continua a dire su entrambi i fronti che resta aperta la porta della diplomazia. Questa espressione a questo punto che cosa significa?
R. – Credo che il dialogo non sia mai stato interrotto, al di là poi della durezza di certe prese di posizione, perché è in gioco un equilibrio complessivo, globale non solo europeo, che nessuno Stato ha veramente interesse a mettere in gioco più di tanto. Questo equilibrio ha già avuto un fortissimo scossone e non credo sia nemmeno negli interessi della Russia continuare. Adesso, ci sono gli osservatori dell’Osce in Ucraina e questo mi sembra già un buon segnale perché naturalmente sono presenti anche con il consenso della Federazione russa.







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