Kenya: vescovo e missionari sull'attacco ad una chiesa a Mombasa
“Erano da poco passate le 9 del mattino quando abbiamo sentito i primi spari. Poi
le urla e tanta gente che scappava dappertutto. La nostra comunità è sotto shock”:
lo ha raccontato all'agenzia Misna padre Joseph Waithaka, missionario della Consolata
a Likoni, sud di Mombasa, teatro domenica scorsa di un attacco armato ad una chiesa
evangelica.
L’assalto, condotto da uomini armati durante la messa domenicale
ha causato vittime e feriti tra i fedeli in preghiera. “Le ultime informazioni circolate
riferiscono di 5 morti e una ventina di feriti” riferisce ancora l’interlocutore,
la cui missione dista appena 200 metri dal luogo della sparatoria. “Questo è un piccolo
centro alle porte di una grande città, ma qui la gente vive in pace, anche se negli
ultimi anni le tensioni – alimentate dalla polemica seguita all’intervento del Kenya
nella vicina Somalia – non sono mancate”. Il Kenya è nel mirino dei gruppi estremisti
islamici, primo fra tutti Al Shabaab, da quando, nell’ottobre 2011, è intervenuto
militarmente nel sud della Somalia per sostenere il governo di Mogadiscio contro gli
insorti.
“Anche se l’attacco non è stato rivendicato, gli indici sono puntati
su Al Shabaab, e comunque i testimoni riferiscono che i ragazzi che hanno compiuto
il massacro erano somali” dice ancora il religioso. Immediata la condanna del gesto
“terroristico” da parte delle istituzioni e delle autorità religiose cristiane e musulmane.
“L’attentato non è stato rivendicato - dice all’agenzia Fides mons. Emanuel
Barbara, vescovo di Malindi e amministratore apostolico di Mombasa - ma occorre tenere
presente che la zona di Mombasa è considerata la roccaforte di un movimento di secessione
a base islamista” aggiunge il vescovo. “Questi gruppi minacciano pure gli Imam locali,
accusati di essere moderati. Ci sono stati diversi episodi di minacce e intimidazioni
nei confronti dei leader religiosi musulmani locali perché predichino una dottrina
radicale”.
“Ancora una volta ci troviamo a dover sottolineare che l’Islam
è una religione di dialogo e di tolleranza – hanno dichiarato in un comunicato i responsabili
della comunità musulmana – e non ha niente a che vedere con atti di odio nei confronti
dei nostri fratelli”. (R.P.)