2014-03-24 12:07:07

Kenya: vescovo e missionari sull'attacco ad una chiesa a Mombasa


“Erano da poco passate le 9 del mattino quando abbiamo sentito i primi spari. Poi le urla e tanta gente che scappava dappertutto. La nostra comunità è sotto shock”: lo ha raccontato all'agenzia Misna padre Joseph Waithaka, missionario della Consolata a Likoni, sud di Mombasa, teatro domenica scorsa di un attacco armato ad una chiesa evangelica.

L’assalto, condotto da uomini armati durante la messa domenicale ha causato vittime e feriti tra i fedeli in preghiera. “Le ultime informazioni circolate riferiscono di 5 morti e una ventina di feriti” riferisce ancora l’interlocutore, la cui missione dista appena 200 metri dal luogo della sparatoria. “Questo è un piccolo centro alle porte di una grande città, ma qui la gente vive in pace, anche se negli ultimi anni le tensioni – alimentate dalla polemica seguita all’intervento del Kenya nella vicina Somalia – non sono mancate”. Il Kenya è nel mirino dei gruppi estremisti islamici, primo fra tutti Al Shabaab, da quando, nell’ottobre 2011, è intervenuto militarmente nel sud della Somalia per sostenere il governo di Mogadiscio contro gli insorti.

“Anche se l’attacco non è stato rivendicato, gli indici sono puntati su Al Shabaab, e comunque i testimoni riferiscono che i ragazzi che hanno compiuto il massacro erano somali” dice ancora il religioso. Immediata la condanna del gesto “terroristico” da parte delle istituzioni e delle autorità religiose cristiane e musulmane.

“L’attentato non è stato rivendicato - dice all’agenzia Fides mons. Emanuel Barbara, vescovo di Malindi e amministratore apostolico di Mombasa - ma occorre tenere presente che la zona di Mombasa è considerata la roccaforte di un movimento di secessione a base islamista” aggiunge il vescovo. “Questi gruppi minacciano pure gli Imam locali, accusati di essere moderati. Ci sono stati diversi episodi di minacce e intimidazioni nei confronti dei leader religiosi musulmani locali perché predichino una dottrina radicale”.

“Ancora una volta ci troviamo a dover sottolineare che l’Islam è una religione di dialogo e di tolleranza – hanno dichiarato in un comunicato i responsabili della comunità musulmana – e non ha niente a che vedere con atti di odio nei confronti dei nostri fratelli”. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 25 marzo







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