2014-03-24 15:09:35

Ilo: un giovane su due tra i 15 e i 24 anni non ha lavoro, urgono misure di tutela


Secondo l’ultimo Rapporto dell'Ilo sulle tendenze globali dell'occupazione, il tasso di disoccupazione giovanile è quasi tre volte tanto il tasso di disoccupazione degli adulti. Quasi un giovane su due, tra i 15 e i 24 anni, non ha lavoro. Per far fronte a questa emergenza il Consiglio europeo ha adottato l’iniziativa “Garanzia Giovani”, un programma concreto che sollecita gli Stati membri ad attuare rapidamente misure che assicurino ai giovani entro i 25 anni un’offerta di lavoro qualitativamente valida, di formazione o tirocinio. Per garantire l’efficacia di queste misure, l’Ilo e la Commissione europea collaborano attivamente nella fase di monitoraggio e integrazione con altre misure di promozione dell’occupazione giovanile. Veronica Giacometti ha intervistato il prof. Furio Rosati, responsabile del Programma Giovani:RealAudioMP3

R. – Il divario tra il tasso di disoccupazione giovanile e quello degli adulti è diventato tale che segnala effettivamente una situazione di crisi. Nell’ambito poi dei giovani disoccupati, bisogna tener conto che il tasso di disoccupazione più alto si registra per quelli che sono “più vulnerabili”, quindi giovani che non hanno una laurea universitaria, quelli che escono dalla scuola con un diploma o addirittura senza un diploma. Quindi, all’interno di questa crisi c’è un’altra crisi, perché i più colpiti sono i giovani più vulnerabili, quelli meno preparati ad affrontare il mercato del lavoro.

D. – Se non si interviene immediatamente, un’intera generazione è a rischio esclusione…

R. – Questo è un grave problema. Si devono fare due cose allo stesso tempo. Da un lato, intervenire per salvare la generazione che è a rischio, perché poi passato un certo periodo diventa estremamente difficile un inserimento proficuo nel mercato del lavoro. Nello stesso tempo, gli interventi che si devono fare non possono essere del tutto contingenti: devono mettere in piedi un sistema che funzioni non solo per questa generazione, per questi giovani, in questo momento, ma anche per il futuro.

D. – Il Consiglio europeo ha adottato l’iniziativa “Garanzia giovani”: come si struttura questo intervento?

R. – L’intervento si struttura dando un peso maggiore alle politiche attive del lavoro: dare un maggior peso a cercare di intervenire per facilitare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro, sia con sistemi di formazione, di accompagnamento sul mercato del lavoro, quindi con l’idea di non lasciare i giovani da soli di fronte a questo problema, di offrire loro una serie di percorsi possibili.

D. – Nella maniera più pratica possibile, cosa consiglia di fare ai giovani in questo momento?

R. – La cosa principale è investire nell’educazione. Il problema del mercato del lavoro, quindi della limitata domanda di lavoro che c’è in questo momento, richiede non solo di investire sulla propria educazione ma anche di farlo bene. Quindi, non solo si deve andare a scuola e all’università, ma si deve uscire ben preparati. Questa è la prima azione che i giovani devono intraprendere. La seconda è quella di cercare, con il supporto – spero – di questi strumenti della “Garanzia giovani”, di cercare attivamente, senza lasciarsi scoraggiare, le occasioni sul mercato del lavoro che in realtà ci sono, sia pure in numero limitato.

D. – Oggi, viene presentato anche un Piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione: tutte iniziative che hanno lo stesso scopo…

R. – Il problema è che se da un lato noi dobbiamo cercare di favorire l’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, con politiche – per così dire – di miglioramento dell’offerta, quindi formazione, evitare l’abbandono scolastico, facilitazione nell’accesso del mercato del lavoro, d’altra parte questo è solo un termine dell’equazione: dall’altro lato, ci dev’essere una domanda di lavoro da parte delle imprese. Quindi, l’idea di un piano di sviluppo sostenibile è anche un piano che cerca di orientare lo sviluppo dell’economia in modo che sia in grado di generare le necessarie opportunità di occupazione.







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