Corsa contro il tempo per Rejana, bimba kosovara con l’esofago menomato
Dal Kosovo alla Turchia, infine a Verona. E’ il tragitto in cerca di speranza percorso
da Rejana, una bimba kosovara di due anni, affetta da stenosi esofagea a seguito di
ingestione di un detersivo. La bimba non può più mangiare cibi solidi, perché l’esofago
si richiude su se stesso. Serve dunque al più presto un intervento molto delicato
per ridarle una vita normale. Al fianco di Rejana c’è l’associazione veronese “Il
Castello dei sorrisi” (www.ilcastellodeisorrisi.org), ma il suo impegno non basta.
Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza del presidente dell’associazione
umanitaria, Michele Betetto:
R. – Rejana
è una bambina kosovara che ormai ha quasi due anni e mezzo; arriva al "Castello dei
sorrisi" nel settembre 2013 in quanto segnalata per un grave incidente domestico che
era avvenuto qualche mese prima. Rejana aveva bevuto un detersivo contenente sostanze
caustiche che le hanno bruciato in parte l’esofago e quando l’esofago subisce questo
tipo di trauma tende a perdere la sua elasticità e a richiudersi su se stesso e non
permette, di fatto, il passaggio del cibo, in particolare di quello solido.
D.
– Cosa sta facendo il "Castello dei sorrisi" e che cosa ha fatto già, in questo mesi?
R.
– Rejana aveva bisogno di dilatazioni dell’esofago che le permettessero sostanzialmente
di riportare l’organo ad una sua apertura naturale, in maniera tale che la bambina
potesse alimentarsi correttamente anche con cibo solidi, non solamente con liquidi.
Per questo è stata sottoposta a questi cicli di dilatazione e a tutta una serie di
terapie endoscopiche che hanno portato anche dei risultati positivi ma non definitivi,
nel senso che la bambina ogni tre-quattro settimane tende ad avere l’esofago che,
in certi punti, continua a richiudersi. Non è pensabile che la bambina possa continuare
a vivere sostenendo queste dilatazioni.
D. – L’Associazione ha fatto un passo
ulteriore per trovare una possibilità di risoluzione …
R. – Sì, certo: per
Rejana, il prossimo step consiste nella sistemazione di uno stent nel suo esofago.
Si tratta di una retina che tenga aperta in maniera continuata la parte dell’esofago
che si è bruciata. La difficoltà che stiamo trovando è legata al fatto che il centro
di eccellenza per questo tipo di interventi è il Bambin Gesù a Roma e per noi, che
siamo una piccola associazione di Verona, si creano difficoltà di ordine logistico
ma anche economico, per le quali abbiamo la necessità di avere un aiuto. Chiaramente,
la costruzione dello stent, il posizionamento, tutti i controlli che vanno fatti poi
nel tempo hanno una cifra da coprire che indicativamente possiamo considerare sugli
8-10 mila euro, in questo momento, ma che possono rappresentare per Rejana veramente
il ritorno ad una vita serena e tranquilla, e soprattutto con aspettative positive
per il futuro.