Nasce a livello europeo la Carta dei diritti del malato di cancro
Nasce la Carta Europea dei Diritti del Malato di Cancro, che punta a risolvere le
disuguaglianze tra le persone affette da neoplasie in Europa. Nel 2013, solo in Italia,
si sono state registrate più di 350 mila diagnosi e 173 mila decessi a causa di tumori.
Al microfono di Elisa Sartarelli, il presidente dell’European Cancer Patient
Coalition, Francesco De Lorenzo:
R. – E’ stata
presentata al Parlamento europeo a Strasburgo ed è una Carta scritta da malati, clinici
e ricercatori. Che poi sia in vigore, nel senso che se ne sia già tenuto conto sul
piano delle modifiche da apportare, attraverso iniziative politiche, è un auspicio,
ma non è ancora una certezza. Va fatta una precisazione ovviamente: il Parlamento
europeo, la Commissione Europea, non hanno un’influenza diretta sul servizio sanitario
nazionale dei vari Paesi. L’Europa, però, sia attraverso il Parlamento che attraverso
la Commissione, è in grado di imporre alcuni comportamenti che vengono poi considerati
vincolanti. E’ proprio grazie all’iniziativa, che è stata presa dal Parlamento europeo,
per esempio, se oggi tutti i Paesi europei hanno accettato di inserire come obbligatorio,
per le iniziative per la prevenzione, gli screening per ridurre il rischio di avere
diagnosi tardive nel cancro della mammella, del colon e della cervice, cioè dell’utero.
D.
– Cosa garantisce questa Carta ai malati, che prima non avevano?
R. – Oggi
noi sappiamo che buona parte dei tumori sono prevenibili: ci sono screening che consentono
di fare diagnosi molto precoci per il tumore alla mammella, per il tumore al colon,
per il tumore all’utero, e si sono già presentate altre iniziative possibili per ridurre
il carico di malattia. Allora, se noi riduciamo il numero di persone che arrivano
ad una fase tardiva, per cui non possono essere salvate dalle cure esistenti, noi
dedichiamo più risorse a quei malati, che essendo colpiti dal tumore al polmone, al
pancreas, al fegato e dai tumori cerebrali, che non sono prevenibili, possono avere
più attenzione e più risorse. Poi, il diritto di accedere a tutte le informazioni
sulle loro condizioni di salute e, soprattutto, di partecipare attivamente alle scelte
terapeutiche; quindi strategie informative chiare e comprensibili per i pazienti,
per accedere al miglior livello di assistenza e la certificazione di qualità dei centri
e delle parti presso le quali si è in cura. Si offre ai malati la possibilità di scegliere,
oggi che è possibile, di andare in centri di eccellenza, presenti in tutta Europa,
utilizzando una direttiva, che anche in Italia sta per essere approvata, che consente
di andare all’estero nei centri di eccellenza, soprattutto per i tumori rari. Oggi,
dunque, con le direttive sull’assistenza transfrontaliera, è possibile per i malati
di cancro andare, in caso di tumori rari, in centri di eccellenza, che esistono in
tutta Europa. Diciamo, quindi, che questa iniziativa, che è stata condivisa dai Parlamentari,
consentirà anche di seguire e di monitorare se l’applicazione della direttiva, che
concede la possibilità di andare in questi centri di eccellenza, venga effettivamente
rispettata. E poi garantire ai malati di cancro, ovunque essi risiedano, il diritto
alla cura. In Romania, per esempio, non sono disponibili per i malati di cancro neanche
i chemioterapici. I prezzi dei farmaci chemioterapici, infatti, sono molto bassi e
le varie aziende farmaceutiche, in questi Paesi, non li commercializzano. Abbiamo
fatto, quindi, filmati a malati e parenti che dalla Romania si recano in Austria,
comprano questi farmaci per poi portarli a casa e curarsi o per curare i loro parenti.
Questo è inaccettabile in un’Europa che vuole essere Europa unita.