Giornata mondiale dell'acqua, risorse idriche sicure inaccessibili a 800 milioni di
persone
Quasi 800 milioni di persone nel mondo non hanno accesso a fonti idriche sicure, mentre
due miliardi e mezzo non usufruiscono di servizi igienici adeguati. Acqua pulita vuol
dire meno mortalità, soprattutto infantile, e sviluppo economico e sociale. E’ questo
che si vuole ricordare oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, un bene
fondamentale che manca in vaste aree del pianeta, prima fra tutte l’Africa subsahariana.
Veronica Giacometti ha intervistato Emanuela Salvatori, di Save the
Children, organizzazione in prima linea nella battaglia per il riconoscimento del
diritto all’acqua potabile:
R. – L’accesso
all’acqua potabile è un presupposto fondamentale per la salute di milioni di bambini.
Avere acqua potabile significa essere molto meno esposti al rischio di malattie che,
in questo momento, sono ancora mortali. Si tratta di malattie che nei nostri Paesi
sono da tempo diventate curabilissime. E’ necessario, direi vitale, che si recuperi
questo gap che riguarda ancora, in tutto il pianeta, quasi un miliardo di persone,
tra cui milioni e milioni di bambini.
D. – Di bambini ne muoiono 1400 ogni
giorno...
R. – Sì, a causa della diarrea, quindi per una contaminazione che
si può facilmente superare, ad esempio lavandosi le mani. Tra le attività che si possono
condurre e che Save the Children porta avanti, anche nell’ambito della Campagna Everyone,
c’è quella proprio dell’educazione all’igiene.
D. – Quali sono le zone peggiori
per l'approviggionamento idrico?
R. – Sono l’Africa sub sahariana, l’Asia meridionale
e i Caraibi.
D. – Perché questa disparità tra il primo mondo e i Paesi in via
di sviluppo?
R. – Sono vari i fattori che la determinano. Sicuramente c'è la
mancanza di investimenti adeguati nella costruzione di reti idriche e di reti fognarie,
inoltre anche la non centralità, all’interno dei piani di sviluppo di questi Paesi,
della questione “acqua”. Un altro fattore, sempre più determinante, sono i cambiamenti
climatici: ampi e larghi periodi di siccità in vaste zone del mondo e, quindi, di
conseguenza, la crescita della malnutrizione. Per contro, i cambiamenti climatici
significano anche periodi di piogge intensissime, oltre la norma, imprevedibili, che
trasformano aree del mondo in zone paludose di acqua non potabile, che diventano terreno
fertile per lo sviluppo, per esempio, della zanzara malarica. Quindi, nelle proiezioni,
si stima che aumenteranno purtroppo i casi di malaria e anche di malnutrizione.
D.
– Sappiamo che nel mondo vi sono addirittura conflitti generati dall’approvigionamento
idrico...
R. – L’acqua è al centro di vere e proprie guerre. Tutto ciò non
contribuisce ad una più larga accessibilità dell’acqua, ma è una causa di ulteriore
malessere, e a volte di morte, per le popolazioni coinvolte.
D. – La soluzione
potrebbe essere un'equa distribuzione. Ma come?
R. – Facendo sì che i Paesi
e i territori siano forniti di un’adeguata rete idrica e anche di fogne. Questo significa:
investimenti, piani di sviluppo, una gestionenon finalizzata al lucro dell’acqua.
Sul piano di quelli che possono essere degli interventi, portati avanti da organizzazioni
come Save the Children, il contributo è quello della creazione di servizi sanitari,
della potabilizzazione dell’acqua, dell’insegnamento rivolto sia alle donne, in particolare,
che ai bambini, di un corretto utilizzo dell’acqua, che non deve essere sprecata ma
deve essere impiegata propriamente.