Crimea: circondata la base controllata da soldati ucraini. Kiev chiede aiuti all’Ue
È scaduto in mattinata l’ultimatum di Mosca all’ultima base militare in Crimea controllata
dall’Ucraina, mentre oltre 16mila soldati di Kiev presenti nella penisola decidono
di prestare servizio per la Russia. E all’indomani dello storico accordo di associazione
tra l’Ue e l’Ucraina, il premier ucraino Yatseniuk chiede aiuti energetici all’Europa,
che presto vaglierà un pacchetto di ingenti sostegni economici. Il servizio di Marco
Guerra:
In Crimea ancora
non si è sciolta la tensione all’interno la base militare nell’aeroporto di Belbek,
l’ultima controllata dalle truppe fedeli a Kiev e assediata dai soldati filo russi
che hanno lanciato un nuovo ultimatum per l’evacuazione della struttura. Nel frattempo,
però, su 18mila militari ucraini dislocati nel resto della penisola circa 16mila
hanno deciso di cambiare uniforme e prestare servizio per la Russia. Lo ha annunciato
il ministro della difesa russo Sergei Shoigu, confermando che, delle 67 unità navali
che facevano capo alla marina dell’Ucraina in Crimea, 54 hanno issato bandiera russa.
Il titolare della difesa russo ha quindi autorizzato i militari ucraini che vogliono
lasciare la Crimea a “dirigersi in territorio ucraino in modo organizzato”. Intanto
il premier ucraino Yatseniuk, all’indomani dell’accodo di associazione con l’Ue, chiede
aiuto per le forniture energetiche, mentre il parlamento di Strasburgo si prepara
a vagliare un pacchetto di finanziamenti da 11 miliardi di euro. E oggi l’occidente
proverà a riprendere il filo del dialogo con la Russia, con l’incontro a l’Aja tra
il capo della diplomazia di Mosca, Lavrov e il segretario di Stato americano, Kerry.
Per una analisi dell’azione militare di Mosca sentiamo il commento di Andrea Margelletti,
direttore del Centro studi internazionali:
R. – Dal punto
di vista militare, Mosca si è mossa in punta di piedi e i colpi sparati sono stati
sulle dita di una mano. Si è mossa, quindi, con un’attenta pianificazione, in maniera
estremamente avveduta. La chiarezza politica di Mosca e la predominanza, dal punto
di vista militare, è semplicemente assoluta. La politica si fa con tutti gli strumenti,
compreso quello militare. La capacità di avere una difesa efficiente continua ad essere
determinante per il peso politico di una nazione.
D. – Kiev e l’Occidente hanno
sottovalutato l’importanza strategica delle basi russe in Crimea e dello sbocco sul
Mar Nero. Ecco, Mosca non avrebbe mai rinunciato a questo...
R. – Sicuramente
l’Occidente lo sapeva. Chi ci ha giocato sopra è stato il governo di Kiev che, con
una serie di iniziative, ha dato la possibilità e la scusante a Mosca di comportarsi
come ha fatto.
D. – Questa iniziativa di Mosca ha fatto allarmare come non
mai dalla fine della guerra fredda e alcuni parlano anche di potenziali aree di conflitto,
per esempio nei Paesi baltici – Estonia e Lituania – dove c’è una forte minoranza
russa. Insomma le mire pan russe di Mosca sono finite qui?
R. – Lo scontro
Russia-Nato non è proprio contemplato. I Paesi baltici sono Paesi Nato e la Russia
non ha né motivo né ragione di aprire la terza guerra mondiale. Cerchiamo di stare
tutti molto, ma molto più sereni.
D. – Cos’è prevedibile che faccia la Nato
adesso? Quali saranno i passi, oltre a queste sanzioni, che non sono molto efficaci?
R.
– Sul fronte militare non succede nulla. Nessuno vuole morire per la Crimea, non c’è
alcun interesse. Non sono morti per la Crimea gli ucraini a Kiev, si figuri se c’è
l’interesse di fare un’operazione militare, che non avrebbe alcuna ragione storica,
politica e militare. L’Ucraina non può entrare nella Nato ed esistono peraltro delle
regole, tra cui quella di non avere basi straniere sul proprio territorio. Non è interesse
di nessuno avere l’Ucraina nella Nato, in questo contesto, in questo momento, perché
si andrebbe verso una criticità nei confronti di Mosca, che sinceramente nessuno vuole.
L’Ucraina non è nell’Unione Europea, non è nella Nato, quindi gli Stati dell’Unione
e della Nato non hanno alcun titolo per fare una difesa militare dell’Ucraina. Qualcuno
dice: “Invochiamo l’art. 5”, ma gli articoli Nato sono per difendere i Paesi della
Nato.