2014-03-21 13:00:10

“Il progetto di Francesco”. Libro-dialogo del vaticanista Rodari con il teologo argentino Fernández


“Il progetto di Francesco. Dove vuole portare la Chiesa”. E’ il titolo di un libro-intervista del vaticanista di “Repubblica”, Paolo Rodari, con il vescovo e teologo argentino Victor Manuel Fernández, rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina. Il volume edito dalla Emi si concentra in particolare sull’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Alessandro Gisotti ha chiesto a Paolo Rodari di raccontare com’è nato questo libro:RealAudioMP3

R. – C’era il desiderio qualche mese dopo l’elezione di Papa Bergoglio di conoscere più da vicino la sua figura, soprattutto le sue origini, e dialogando con alcune persone in Vaticano è venuto fuori che un teologo molto vicino a lui era mons. Fernández, che ha aiutato il Papa ad Apareçida nel 2007 a scrivere il documento finale di quell’importante incontro e poi anche probabilmente un po’ l’Evangelii Gaudium. Quindi, questo libro è nato da questo desiderio di conoscere maggiormente il Papa e di incontrare una persona che “avesse diritto”, diciamo così, di parlare di lui in presa quasi diretta.

D. – Il libro è incentrato sulla Evangelii Gaudium, l’Esortazione apostolica ma anche programmatica di Papa Francesco. Dalla conversazione con mons. Fernández cosa emerge in particolare guardando a questo documento?

R. – Emerge una necessità per un’azione importante e necessaria che, per il Papa, la Chiesa deve fare propria in questo tempo: la necessità di uscire fuori da se stessa, abbandonare una certa autoreferenzialità. Uscire significa andare incontro a tutti, ai poveri, agli ultimi anche a coloro che sono poveri e ultimi nel cuore.

D. – Una categoria fondamentale per Jorge Mario Bergoglio e in realtà lo si vede anche leggendo questo libro, perfino dalla immagine scelta per la copertina è il popolo...

R. - Il popolo è la Chiesa, la Chiesa è il popolo: siamo tutti noi, sono i vescovi, i cardinali, la gente, i fedeli, i laici, gli ultimi, i primi. Il popolo siamo tutti noi. Il popolo è anche colui che aiuta i pastori a guidare la Chiesa nella direzione più giusta. Ho dialogato a Buenos Aires, prima della stesura di questo libro, con padre Gustavo Carrara che è un sacerdote che vive in una delle villas miserias, una delle baraccopoli intorno a Buenos Aires, e mi diceva che un giorno a una giovane coppia era morto un bambino, un piccolo di sei anni. Lui era preoccupato perché non sapeva cosa avrebbe dovuto dirgli. E’ andato in casa loro, il piccolo era disteso sul letto con due ali di cartone. I genitori hanno detto al sacerdote: “Padre Gustavo, adesso lui è in Cielo, è un angelo di Dio”. Padre Gustavo ha capito che sono loro, che è il popolo che insegna le parole giuste da usare, che gli insegna ad avere fede e non è tanto lui a dover insegnare! In questo senso, mi pare che per Bergoglio il popolo sia proprio colui che insieme ai pastori guida la Chiesa nella direzione giusta e aiuta ad avere fede.

D. – In questo libro-conversazione si vede anche la solidità teologica dell’azione pastorale di Francesco…

R. – Sì, mi sembra che questa solidità sia ancorata a questa teologia del popolo che è propria dell’Argentina, diversa dalla teologia della liberazione sudamericana. E’ una teologia del popolo nel senso che Bergoglio, per quello che ho potuto vedere - anche per quel che Fernández dice - è proprio un pastore e le parole che dice, le riflessioni teologiche che propone, anche le omelie così semplici che fa a Santa Marta la mattina, che però hanno uno spessore teologico, hanno un fondamento proprio nel vissuto. Papa Bergoglio per anni è stato fra la gente, a Buenos Aires, e la sapienza popolare che distribuisce ogni volta che parla, ha le sue radici proprio in questa grande missione pastorale che ha fatto precedentemente di essere eletto al soglio di Pietro, e da lì è come se abbia potuto trarre a sua volta una sua nuova sapienza da comunicare a tutti.







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