Papa Francesco: necessarie umiltà e preghiera per non "impadronirsi" della Parola
di Dio
Per non “uccidere” nel cuore la Parola di Dio, bisogna essere umili e capaci di pregare.
Due atteggiamenti che Papa Francesco ha indicato nel commentare il Vangelo durante
la Messa presieduta in Casa Santa Marta nel terzo sabato di Quaresima. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
Ci si può impadronire
della Parola di Dio e disporne a proprio piacimento, se un cristiano non è umile e
non prega. Lo spunto per mettere in risalto e in guardia da questa insidia Papa Francesco
lo prende dal Vangelo del giorno, in cui Gesù racconta la parabola dei vignaioli omicidi,
che dapprima uccidono i servi e da ultimo il figlio del padrone della vigna con l’intenzione
di impadronirsi dell’eredità. Ad ascoltare questa parabola ci sono farisei, anziani,
sacerdoti ai quali – spiega il Papa – Gesù si rivolge per far capire loro “dove sono
caduti” per non avere “il cuore aperto alla Parola di Dio”:
“Questo è il
dramma di questa gente, e anche il dramma nostro! Si sono impadroniti della Parola
di Dio. E la Parola di Dio diventa parola loro, una parola secondo il loro interesse,
le loro ideologie, le loro teologie… ma al loro servizio. E ognuno la interpreta secondo
la propria volontà, secondo il proprio interesse. Questo è il dramma di questo popolo.
E per conservare questo, uccidono. Questo è successo a Gesù”.
“I capi dei
sacerdoti e dei farisei – prosegue Papa Francesco – capirono che parlava di loro,
quando avevano sentito questa parabola di Gesù. Cercavano di catturarlo e farlo morire”.
In questo modo, afferma il Papa, “la Parola di Dio diventa morta, diventa imprigionata,
lo Spirito Santo è ingabbiato nei desideri di ognuno di loro”. Ed è esattamente quello
accade a noi, osserva Papa Francesco, “quando non siamo aperti alla novità della Parola
di Dio, quando non siamo obbedienti alla Parola di Dio”:
“Ma, c’è una frase
che ci dà speranza. La Parola di Dio è morta nel cuore di questa gente; anche, può
morire nel nostro cuore! Ma non finisce, perché è viva nel cuore dei semplici, degli
umili, del popolo di Dio. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla del
popolo di Dio, perché lo considerava un profeta. Quella folla semplice – che andava
dietro a Gesù, perché quello che Gesù diceva faceva loro bene al cuore, riscaldava
loro il cuore – questa gente non aveva sbagliato: non usava la Parola di Dio per il
proprio interesse, sentiva e cercava di essere un po’ più buona”.
E noi,
si chiede in conclusione Papa Francesco, “cosa possiamo fare per non uccidere la parola
di Dio”, per “essere docili, “per non ingabbiare lo Spirito Santo”? “Due cose semplici”,
è la sua risposta:
“Questo è l’atteggiamento di quello che vuole ascoltare
la Parola di Dio: primo, umiltà; secondo, preghiera. Questa gente non pregava. Non
aveva bisogno di pregare. Si sentivano sicuri, si sentivano forti, si sentivano 'dei'.
Umiltà e preghiera: con l’umiltà e la preghiera andiamo avanti per ascoltare la Parola
di Dio e obbedirle. Nella Chiesa. Umiltà e preghiera nella Chiesa. E così, non succederà
a noi quello che è accaduto a questa gente: non uccideremo per difendere la Parola
di Dio, quella Parola che noi crediamo che è la Parola di Dio, ma è una parola totalmente
alterata da noi”.