Jean Vanier incontra il Papa: le persone con disabilità ci rendono più umani
Papa Francesco ha ricevuto Jean Vanier, Fondatore de L’Arca, una comunità fondata
negli anni '60, che raggruppa oltre 130 gruppi nel mondo per l'accoglienza di persone
con disabilità. Antonino Galofaro ha chiesto a Jean Vanier come sia
nata questa esperienza:
R. - J’ai pris conscience, en visitant un aumônier
d’un petit centre, … Andai a trovare un cappellano in un piccolo centro, e mi
resi conto che le persone con disabilità sono le persone più oppresse e quelle maggiormente
rifiutate, e ancora oggi ci si vergogna di loro. La società li chiama handicappati,
disadattati … tutti concetti negativi. Nel 1964 ho scoperto un istituto spaventoso
dove erano rinchiusi 80 uomini, abbandonati a se stessi, senza far nulla, i dormitori
erano di 40 posti letto, i letti uno attaccato all’altro … Quando i genitori non sapevano
più cosa fare con i figli con handicap grave, li mettevano in questo istituto. La
direttrice non cercava il bene delle persone con handicap, ma il sollievo ai genitori.
Queste persone con handicap non venivano trattate come esseri umani, che hanno diritto
alla parola, di avere progetti, desideri e via dicendo … “L’Arca” è nata proprio quando
ho scoperto due uomini con handicap mentale in quell’istituto, e li ho invitati a
venire a vivere con me in Francia dove avevo una casa diroccata. Così abbiamo iniziato
a vivere in tre; poi sono venute delle persone ad aiutarmi … Essenzialmente, vivevamo
con loro e per fare qualcosa con loro.
D. – 50 anni fa, poteva immaginare
che così tanta gente l’avrebbe seguita?
R. – L’histoire de “L’Arche” est une
histoire d’émerveillement … La storia de “L’Arca” è una storia dello stupore:
cioè, “L’Arca” è cresciuta perché è venuto un tale ad aiutarci e a sua volta è stato
ricambiato, ha scoperto che la persona con disabilità è un messaggero di Dio. Ecco,
c’è bisogno di persone che facciano questa scoperta; il fatto che un grande numero
di persone abbia fatto questa scoperta fa sì che oggi nel mondo ci siano 4 mila persone
con handicap seguite da 4 mila assistenti, tutti con uno spirito di fede. Questo non
significa che a volte non ci siano dei problemi o delle difficoltà, ma il cuore dell’“Arca”
è un luogo di celebrazione. Rimango sempre stupito dal fatto che siano le persone
con handicap che attraggono le persone, che le formano … Vorrei dire che sono le persone
con handicap quelle che ci formano e ci rendono più umani …
D. – Cosa danno
alla società le persone con handicap?
R. – Ça serait toujours très personnel.
Nous disons, à L’Arche: «Changez le monde, … Questo è molto personale. Noi, all’“Arca”,
diciamo: “Cambiate il mondo, ma un cuore per volta”. Ed è vero che quando qualcuno
incontra e vive con una persona con handicap, scopre tutta una parte di se stesso
che ignorava; e scopre anche che essere amico di una persona con disabilità ti cambia,
ti cambia e ti dà un’altra visione della società: una società che non sia individualista
e competitiva, ma una società nella quale si cerchi di creare delle relazioni, delle
comunità, dove le persone possano vivere insieme. Perché il grande desiderio di Gesù
è l’unità: creare luoghi in cui le persone si conoscano e si incontrino senza paura.
Questa è la realtà. Lo spirito di divisione crea divisione, e poi succede che si ha
paura del diverso. Credo che il grande messaggio di Gesù sia: “Non abbiate paura!”.
Non abbiate paura di incontrare colui che è diverso.