2014-03-19 13:55:47

La Russia minaccia di appoggiare l'Iran sulla questione nucleare. A Vienna riunito il 5+1


La Russia minaccia di cambiare posizione sui negoziati relativi al programma nucleare iraniano in risposta alle sanzioni adottate da Stati Uniti ed Ue per la crisi ucraina. Questo mentre Teheran si è detta ottimista sulla scadenza del 20 luglio per un accordo, eri, a margine dei colloqui del gruppo 5+1 ovvero Usa, Russia, Cina, Francia, Gb e Germania che si sono tenuti a Vienna. I prossimi incontri ci saranno tra il 7 e il 9 aprile. Giada Aquilino ha chiesto a Maurizio Simoncelli vice presidente di Archivio Disarmo, se la scadenza di luglio sarà rispettata:RealAudioMP3

R. – Può essere certamente possibile. Ci sono state diverse dichiarazioni, a volte negative a volte più fiduciose, in merito a questo accordo. Il dato di fatto fondamentale è che va riconosciuta la possibilità per l’Iran di avere le proprie centrali nucleari ad uso civile. Questo è il nodo di fondo. Da altre parti, come in Israele, come in Arabia Saudita, si è molto perplessi e si ritiene un errore tale aspetto, perché è facile passare dalle centrali nucleari alle armi nucleari. Se l’Iran, però, rispetta i suoi impegni, in particolare aderendo alle misure di controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che ha sede a Vienna, può entrare tranquillamente nel novero dei 40 Paesi circa nel mondo che hanno queste capacità nucleari di tipo civile.

D. – Si continua a discutere dell’impianto ad acqua pesante di Arak. Si teme che, però, possa produrre plutonio a scopi militari...

R. – Sì, teoricamente questo può avvenire e quindi si sta cercando di arrivare ad un accordo per non attivare il reattore ad acqua pesante. Certamente il plutonio è uno degli elementi fondamentali per poi realizzare l’arma nucleare. Non va dimenticato che comunque purtroppo, nel mondo, diversi Paesi si sono dotati di queste armi nucleari al di fuori del Trattato di non proliferazione e non mi sembra che ci siano state delle grandi preoccupazioni. Pensiamo all’India, al Pakistan e ad altri. Certamente, invece, bisogna operare per far sì che tutti i Paesi armati dal punto di vista nucleare, sia all’interno del Trattato di non proliferazione sia all’esterno di esso, arrivino prima alla riduzione delle armi nucleari e poi ad una cancellazione effettiva di queste armi che, come anche la Croce Rossa internazionale ha detto, presuppongono sostanzialmente la distruzione del mondo.
D. – In novembre c’era stato un accordo che prevedeva il congelamento di alcune attività nucleari iraniane, in cambio di una revoca parziale e temporanea delle sanzioni internazionali. Quanto la prossima intesa può ricalcare il precedente accordo?

R. – Si era parlato appunto di un accordo che ipotizzava la sospensione dell’arricchimento dell’uranio oltre il 5 per cento, di diluire la metà delle scorte di esafluoruro di uranio arricchito al 20 per cento e così via, con tutta un’altra serie di intese valide per sei mesi. Oggi siamo più o meno alla scadenza di questi sei mesi e, se c’è un accordo, si può rinnovare e quindi si può proseguire nell’ambito di tale trattativa. Dunque si può avere ancora del tempo per verificare e tentare di arrivare ad un accordo effettivo, che possa far sì che l’Iran possa avere le sue centrali nucleari di tipo civile e che la comunità internazionale sia tranquilla a proposito di scopi non militari, per evitare rischi, come successo in altre occasioni: ultimo, in ordine di tempo, il caso della Corea del Nord.







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