Aereo scomparso: si allargano le ricerche. Parenti minacciano sciopero della fame
Proseguono senza sosta le ricerche del volo della Malaysian Airlines, scomparso nella
notte tra il 7 e l’8 marzo scorso con a bordo 239 persone. Al momento sono diversi
i Paesi impegnati nelle operazioni di ricerca con aerei e navi, fra cui Corea, Giappone,
Emirati, Australia, Usa, Nuova Zelanda e Cina. In particolar modo il governo di Pechino
ha dato ordine a nove navi militari di lasciare il loro punto di raduno nei pressi
di Singapore per esplorare nuove zone, andando a coprire così un’area di 300 mila
Kmq. Nel corso di una conferenza stampa il portavoce del Ministero degli esteri cinese,
Hong Lei, ha spiegato che il volo MH370 non è mai entrato nel Paese. E’ stata inoltre
esclusa la presenza di terroristi tra i 153 passeggeri cinesi presenti a bordo del
veicolo. Si sta valutando la possibilità che membri dell’equipaggio o altri passeggeri
dell’aereo possano aver contribuito a un eventuale dirottamento. Al momento, dai controlli
effettuati sui passeggeri non sono emerse informazioni significative anche se, ha
precisato oggi il ministro dei Trasporti malese, Hishammuddin Hussein, mancano ancora
i risultati dei controlli su due passeggeri ucraini e su un passeggero russo. A oggi,
in Malesia uno dei principali sospettati rimane il pilota Zaharie Ahmad Shah, che
ha legami familiari con il leader dell’opposizione malese, Anwar Ibrahim, condannato
a 5 anni per sodomia lo stesso giorno in cui è scomparso l’aereo. Intanto, i parenti
dei passeggeri continuano a chiedere maggior precisione nelle informazioni che vengono
loro fornite e minacciano di dare inizio a uno sciopero della fame. Una di loro ha
dichiarato: “Vogliamo la verità, non lasciateli diventare vittime della politica”.
L’accusa è principalmente rivolta alla gestione dell’emergenza da parte del governo
malese, reo di nascondere parte delle informazioni. (A.C.)