Il governo thailandese ha annunciato la revoca dello stato di emergenza, imposto il
22 gennaio scorso per fermare le proteste di piazza contro l'esecutivo. Il primo ministro
Shinawatra, spiega di aver preso questa decisione, poiché la situazione nel Paese
''e' migliorata in maniera sensibile''. Veronica Giacometti ha chiesto un commento
a Francesco Sisci, editorialista in Cina del Sole 24 ore:
R. – Sembra
che, in effetti, la situazione si stia normalizzando. Il momento più critico delle
proteste sembra finito. In qualche modo, più che di un segnale vero – questo stato
di emergenza, infatti, non era mai stato applicato: la polizia, l’esercito non erano
mai intervenuti contro i dimostranti – si tratta di un segnale politico, questa volta:
il governo dice al mondo che la situazione si è normalizzata, che è tornata sotto
controllo e che ha in mano la situazione. E’ anche una prova di legittimità del governo
stesso. Nonostante le elezioni non siano state completate, perché secondo la legge
thailandese si doveva votare nel 95% dei seggi e invece si è votato in circa il 90%
seggi, questa decisione dà legittimità al governo, che toglie una misura contro i
dimostranti, contro l’opposizione.
D. – Lo stato di emergenza verrà sostituito
con altro?
R. – In realtà, lo stato di emergenza non è stato mai applicato
ed era semplicemente un segnale politico. Non ci sono, quindi, altre misure previste.
Quello che è importante, però, mi sembra sia che le dimostrazioni stiano scemando
e che il governo man mano si stia sempre più legittimando di nuovo all’interno e all’esterno.
D.
– Ci sono davvero buone possibilità che il Paese si riprenda dall’ultimo periodo di
crisi?
R. – Ci sono possibilità. Non so quanto queste siano buone e così via,
ma certamente questo è un segnale molto positivo e c’è di che ben sperare. Siamo sempre
ottimisti.