2014-03-18 19:03:35

Strage di Taranto, proseguono le indagini. Mons. Santoro: perso il senso dell’umano


Il ministro dell'Interno Alfano ha convocato domani a Taranto, il Comitato nazionale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica e ha disposto l'immediato invio nella provincia di oltre 60 operatori appartenenti ai reparti della Polizia di Stato e dei Carabinieri, dopo l’agguato avvenuto lunedì sera sulla statale 106 allo svincolo per Palagiano, nel quale hanno perso la vita tre persone: un uomo di 43 anni, in semilibertà, la sua compagna e un bimbo di 4 anni, figlio della donna. Gli inquirenti dicono di avere un'idea sulla quale stanno lavorando che porterebbe al fatto che l’uomo ucciso, nonostante il regime di semilibertà, si era comunque reinserito nel traffico della droga. “Sconcerto per l’efferatezza dell’omicidio” è stato, intanto, espresso dall’arcivescovo della città, mons. Filippo Santoro. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

R. – Come pastore, come uomo e come cittadino sento il cuore trafitto da questi fatti. Possiamo proprio dire: “Ma dov’è finita l’umanità?”. Di fronte a questo l’umanità scompare. Mi sento quindi di condividere il dolore con gli altri due bambini, che non sono morti: e che siano tutelati! E quello che sento, insieme al dolore, è proprio un sentimento di solidarietà e un grido con tutti i responsabili, tutte le forze dell’ordine, affinché questo dramma possa permettere una riscossa, possa permettere una vigilanza di fronte a fatti così gravi, fatti così terribili. Sono anche preoccupato che in un territorio ferito dal problema dell’ambiente, della salute, del lavoro, un fatto come questo aggravi la situazione.

D. – Di fronte, dunque, a fatti di questo tipo non c’è solo la constatazione dell’efferatezza della criminalità organizzata, della malavita, ma anche la perdita – come diceva – del senso dell’umano. Non ci si ferma neanche di fronte ad un bambino...

R. – Certo, è proprio così: la perdita del senso dell’umano. Questo capita chiaramente non solo qui, ma in tutta Italia e nel mondo. Quando, però, lo sentiamo così vicino, abbiamo proprio il desiderio che cose del genere non succedano, che ci sia la valorizzazione dell’umano. E allora tutte le istituzioni si pongono nuove domande: ma noi ci preoccupiamo della legalità, ci preoccupiamo fino in fondo della formazione? Qualcuno potrebbe anche dire che grazie a Dio non si tratta di un fatto ricorrente, ma è una magra consolazione. Siamo di fronte, infatti, alla perdita di una vita innocente e in ogni caso ogni tipo di vita deve essere tutelata dalla legalità e dalla giustizia. Il fatto ricorrente è proprio che ci sia una non cultura della vita.

D. – Proprio per non fermarsi solo allo shock procurato da un gesto tanto violento, è importante sentirsi coinvolti in questo recupero dell’umano, sentirsi interpellati da quella che più volte la Chiesa, negli ultimi anni, ha chiamato “emergenze educativa”...

R. – Certamente. Il primo compito che noi sentiamo è proprio il compito educativo, a tutti i livelli: sia dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, ma anche degli adulti. La scoperta della dignità, la scoperta della legalità, la scoperta della giustizia, queste forme vanno insegnate fin da piccoli. Poi, come vescovo, di fronte a fatti così efferati, dico che dobbiamo anche controllare e dominare il sentimento immediato della vendetta. Il sangue, infatti, chiama sangue e la vendetta non porta a nulla. Noi cristiani siamo chiamati a guardare a Cristo innocente che perdona. Se un assassinio è un passo sicuro verso la dannazione, ripagare con la vendetta questa colpa è un altro passo della stessa qualità.

D. – La preghiera è uno strumento utile in queste ore di sgomento, di angoscia...

R. – Certamente. Io convoco la mia diocesi, convoco tutti alla preghiera e a questo senso di responsabilità profonda, che metta al bando la vendetta e la violenza come risposta. Che ci s’interroghi profondamente e si veda se abbiamo dato tutto quello che potevamo nell’opera educativa. Invochiamo quindi la misericordia di Dio, che ci protegga e che protegga le nuove generazioni e la nostra terra.


Ultimo aggiornamento: 20 marzo







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