2014-03-18 15:04:50

Il card. Sandri per i 10 anni dell'Amman Message: dialogo Chiesa-islam è radice di speranza


Se bambini di religione diversa imparano da piccoli a vivere l’uno accanto all’altro, il mondo domani conoscerà più concordia e meno divisioni. È il senso di fondo dell’intervento che il cardinale Leonardo Sandri ha tenuto, stamattina, in Campidoglio, a Roma, durante la Giornata di studio dedicata ai dieci anni dall’”Amman Message”, la dichiarazione con cui il re giordano, Abdullah II, esortava alla tolleranza e all’unità nel mondo islamico. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Se oggi siamo “un mondo di feriti”, perché le religioni che professiamo hanno visto in passato alcuni agire con violenza nel nome del loro Dio, domani potremo constatare che una “pacifica e costruttiva convivenza è possibile” se ora la insegniamo ai giovani. È un inno alla pace, basato su dozzine di esperienze concrete, quello che intona il cardinale Sandri nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. Punto di partenza è la constatazione delle “controtestimonianze e delle distanze” che, afferma, hanno caratterizzato in diverse circostanze della storia la vita della comunità cristiana e, in modo analogo, di quella islamica. Nel primo caso, il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali rammenta il genocidio in Rwanda, nel secondo un passaggio dello stesso “Amman Message”, nel quale nel novembre del 2004 Abdullah II di Giordania stigmatizzava l’attacco contro la religione musulmana portato – scriveva - “da alcuni che sostengono di appartenere all’Islam e commettono atti terribili nel suo nome”.

C’è tuttavia una lunga serie di esperienze che dimostrano il contrario. Il cardinale Sandri ricorda i momenti di reciproca vicinanza e solidarietà tra cristiani e musulmani sperimentati in diverse circostanze, anche drammatiche, durante suoi recenti viaggi in Iraq e in Libano. Quindi sottolinea la “priorità” del dicastero da lui guidato, quella di perseguire ovunque la “cura della formazione”, in particolare nelle strutture ecclesiali romane frequentate da numerosi studenti cattolici e di altre chiese cristiane. “Insieme – spiega – vengono formati alla reciproca convivenza e collaborazione secondo i principi del dialogo ecumenico e interreligioso indicati dal Concilio Ecumenico Vaticano II, rispettando le differenze ma avendo a cuore ugualmente il bene comune da realizzare”. Molte del resto, indica il porporato, sono le strutture della Chiesa che si occupano di questo servizio. Ad esempio, “le realtà educative e scolastiche operanti in Medio Oriente”, aperte anche a non cattolici, che “incarnano e sostengono un dialogo islamo-cristiano nella preparazione culturale e nella vita quotidiana”. Ad esse, afferma il cardinale Sandri, “fa eco l’Amman Message, quando si riferisce all’educazione dei giovani in questi termini: ‘I giovani sono ornamento del nostro presente e promessa del nostro futuro. I sapienti proteggono i giovani dal pericolo di scivolare nel sentiero dell’ignoranza, della corruzione, della mentalità chiusa e della subordinazione’”.

“Non danno le ali alla speranza degli abitanti dell’Oriente e del mondo intero le testimonianze di un lavoro educativo costante, competente e generoso?”, si chiede in conclusione il prefetto delle Chiese Orientali. “La mia gratitudine – prosegue – crescerà ancora di più se saranno diffusi tali esempi virtuosi atti ad assicurare che la pacifica e costruttiva convivenza è possibile. Ce lo chiedono i bambini e i giovani ebrei, cristiani e musulmani che in Terra Santa vanno a scuola insieme pensando ad un futuro luminoso che noi non abbiamo il diritto di disattendere”. Sono questi, conclude, “i sentieri della pace che il Signore ci ha già dischiuso perché il mondo possa sempre beneficiare dell’apporto dell’Oriente nella edificazione della comune casa dell’umanità”.







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