Il card. Sandri per i 10 anni dell'Amman Message: dialogo Chiesa-islam è radice di
speranza
Se bambini di religione diversa imparano da piccoli a vivere l’uno accanto all’altro,
il mondo domani conoscerà più concordia e meno divisioni. È il senso di fondo dell’intervento
che il cardinale Leonardo Sandri ha tenuto, stamattina, in Campidoglio, a Roma, durante
la Giornata di studio dedicata ai dieci anni dall’”Amman Message”, la dichiarazione
con cui il re giordano, Abdullah II, esortava alla tolleranza e all’unità nel mondo
islamico. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Se oggi siamo
“un mondo di feriti”, perché le religioni che professiamo hanno visto in passato alcuni
agire con violenza nel nome del loro Dio, domani potremo constatare che una “pacifica
e costruttiva convivenza è possibile” se ora la insegniamo ai giovani. È un inno alla
pace, basato su dozzine di esperienze concrete, quello che intona il cardinale Sandri
nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. Punto di partenza è la constatazione
delle “controtestimonianze e delle distanze” che, afferma, hanno caratterizzato in
diverse circostanze della storia la vita della comunità cristiana e, in modo analogo,
di quella islamica. Nel primo caso, il prefetto della Congregazione per le Chiese
Orientali rammenta il genocidio in Rwanda, nel secondo un passaggio dello stesso “Amman
Message”, nel quale nel novembre del 2004 Abdullah II di Giordania stigmatizzava l’attacco
contro la religione musulmana portato – scriveva - “da alcuni che sostengono di appartenere
all’Islam e commettono atti terribili nel suo nome”.
C’è tuttavia una lunga
serie di esperienze che dimostrano il contrario. Il cardinale Sandri ricorda i momenti
di reciproca vicinanza e solidarietà tra cristiani e musulmani sperimentati in diverse
circostanze, anche drammatiche, durante suoi recenti viaggi in Iraq e in Libano. Quindi
sottolinea la “priorità” del dicastero da lui guidato, quella di perseguire ovunque
la “cura della formazione”, in particolare nelle strutture ecclesiali romane frequentate
da numerosi studenti cattolici e di altre chiese cristiane. “Insieme – spiega – vengono
formati alla reciproca convivenza e collaborazione secondo i principi del dialogo
ecumenico e interreligioso indicati dal Concilio Ecumenico Vaticano II, rispettando
le differenze ma avendo a cuore ugualmente il bene comune da realizzare”. Molte del
resto, indica il porporato, sono le strutture della Chiesa che si occupano di questo
servizio. Ad esempio, “le realtà educative e scolastiche operanti in Medio Oriente”,
aperte anche a non cattolici, che “incarnano e sostengono un dialogo islamo-cristiano
nella preparazione culturale e nella vita quotidiana”. Ad esse, afferma il cardinale
Sandri, “fa eco l’Amman Message, quando si riferisce all’educazione dei giovani in
questi termini: ‘I giovani sono ornamento del nostro presente e promessa del nostro
futuro. I sapienti proteggono i giovani dal pericolo di scivolare nel sentiero dell’ignoranza,
della corruzione, della mentalità chiusa e della subordinazione’”.
“Non danno
le ali alla speranza degli abitanti dell’Oriente e del mondo intero le testimonianze
di un lavoro educativo costante, competente e generoso?”, si chiede in conclusione
il prefetto delle Chiese Orientali. “La mia gratitudine – prosegue – crescerà ancora
di più se saranno diffusi tali esempi virtuosi atti ad assicurare che la pacifica
e costruttiva convivenza è possibile. Ce lo chiedono i bambini e i giovani ebrei,
cristiani e musulmani che in Terra Santa vanno a scuola insieme pensando ad un futuro
luminoso che noi non abbiamo il diritto di disattendere”. Sono questi, conclude, “i
sentieri della pace che il Signore ci ha già dischiuso perché il mondo possa sempre
beneficiare dell’apporto dell’Oriente nella edificazione della comune casa dell’umanità”.