2014-03-17 14:24:50

Stop a schiavitù e tratta di esseri umani entro il 2020: la Santa Sede firma un accordo con altre religioni mondiali


Un accordo fra rappresentanti di grandi religioni mondiali per sradicare le moderne forme di schiavitù e il traffico di persone. È il “Global Freedom Network”, realizzato in collaborazione con la Walk Free Foundation e presentato ieri mattina in Sala Stampa della Santa Sede. Sono intervenuti mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali, in rappresentanza della Santa Sede; Mahmoud Azab, in rappresentanza del grande Imam di Al-Azhar, del Cairo, in Egitto; l’anglicano David John Moxon, in rappresentanza dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby; l’australiano Andrew Forrest, fondatore della Walk Free Foundation. Presente anche il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. A moderare, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Il servizio di Giada Aquilino: RealAudioMP3

Sradicare la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani in tutto il mondo entro il 2020, attraverso “gli strumenti della fede”, preghiera, digiuno e carità, e stimolando un’azione globale di contrasto a tali crimini “contro l’umanità”. E’ l'obiettivo del Global Freedom Network (Gfn), un accordo senza precedenti tra rappresentanti religiosi che ha come partner principale anche la Walk Free Foundation. La dichiarazione comune è stata firmata questa mattina. A nome di Papa Francesco, mons. Sánchez Sorondo, che ha citato direttamente la richiesta del Santo Padre di affrontare i temi della tratta delle persone, della schiavitù moderna, del commercio illegale di organi umani:

"All these new forms of slavery and human trafficking and prostitution …
Tutte queste nuove forme di schiavitù e traffico di esseri umani e prostituzione sono un crimine contro l’umanità. Papa Francesco ha ribadito questo concetto quattro volte ed io lo ringrazio perché ha avuto il coraggio di dirlo. Il Papa dice: 'Sì, io dico queste cose perché gli altri non vogliono dirle, ma sono la realtà!'”.

A nome del grande Imam di Al Azhar, Ahmed al-Tayyeb, il rappresentante della medesima università, Mahmoud Azab, ha ricordato – in arabo, poi tradotto in sala stampa in più lingue - la posizione del mondo musulmano a proposito della tratta e della schiavitù, citando le parole dello stesso Imam:

"Islam prohibits trafficking and slavery at a hundred per cent. …
L’Islam vieta al cento per cento il traffico di persone umane e la schiavitù. Io stesso e tutti coloro che lavorano ad Al Azhar sono impegnati nella lotta contro questi fenomeni. Soprattutto la schiavitù moderna è proibita tassativamente in qualsiasi parte del mondo".

E in italiano ha fatto aggiungere:

"Per quelli che capiscono l’italiano devo dire che l’Islam, il Corano non accetta la schiavitù".

Nella dichiarazione comune, i firmatari del Global Freedom Network sottolineano come “lo sfruttamento fisico, economico e sessuale di uomini, donne e bambini” condanni oggi 30 milioni di persone “al degrado”. Tollerando questa situazione, aggiungono, “violiamo la nostra umanità comune e offendiamo le coscienze di tutti i popoli”. Deve cessare quindi “ogni forma di indifferenza” per le vittime di sfruttamento. Attraverso “gli ideali della fede e i valori umani condivisi” si può puntare a sradicare “definitivamente la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani dal nostro mondo”. Eppure, nonostante gli sforzi, “la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani continuano a crescere”. Ne ha parlato il rappresentante anglicano David John Moxon, inviato dell’arcivescovo di Canterbury:

"Modern slavery and trafficking in human beings is one of the greatest scandals …
La schiavitù moderna e il traffico di persone umane è uno dei maggiori scandali e una delle maggiori tragedie del nostro tempo. E’ intollerabile che milioni di nostri fratelli subiscano violazioni di questo genere, assoggettati a sfruttamento disumano e privati della loro dignità e dei loro diritti. Questo oltraggio deve toccare ciascuno di noi, perché ciò che colpisce una parte dell’umanità colpisce noi tutti. Virtualmente, ogni parte del mondo è colpita, in qualche modo, dalla crudeltà e dalla violenza associate a quest’attività criminale".

Le vittime, è stato evidenziato, “sono tenute nascoste: in luoghi di prostituzione, in stabilimenti e nelle campagne, su pescherecci e strutture illegali, in case private”. E non bisogna andare molto lontano, come ha ricordato il card. Turkson:

"Parecchi pensano che il commercio delle persone ridotte in schiavitù sia molto lontano. Non è lontano. Secondo l’esperienza che abbiamo fatto, dove c’è una popolazione molto anziana, che richiede assistenza in casa, è lì che si comincia a rilevare questa esperienza di schiavitù. Quando le persone vengono chiamate per curare gli anziani, allora forse è necessario studiare le condizioni in cui si presta tale servizio. E forse già lì incominceremo a trovare i primi segni di schiavitù. Quindi: non è necessario andare lontano, a volte questi fenomeni esistono molto vicino a noi".

Il Global Freedom Network invita le altre Chiese cristiane e confessioni religiose a intervenire, sollecitando i leader spirituali del mondo, i fedeli e “le persone di buona volontà” ad aderire all’iniziativa. Lo ha ribadito Andrew Forrest, fondatore della Walk Free Foundation:

"I ask the governments of the world to join the World’s great faiths …
Chiedo ai governi del mondo di unirsi alle grandi religioni del mondo – anglicani, cattolici, islamici sunniti – nel nostro tentativo di raggiungere le altri grandi fedi del mondo con l’amore del nostro messaggio; di unirsi anche al ‘Global Freedom Network’. Chiedo a 163 governi di proporre lo sradicamento della schiavitù come l’unico, maggiore moltiplicatore economico al prossimo G20: infatti, non c’è modo migliore di far crescere l'economia che valorizzando un essere umano per tutte le sue capacità, non solo per il suo corpo".

Ci sarà una giornata di preghiera per le vittime e per la loro libertà, fanno sapere i partecipanti. Si coinvolgeranno famiglie, scuole, università, perché si impari a conoscere e denunciare tali piaghe, affinché “ogni mano e ogni cuore” si unisca per liberare “tutti coloro che sono imprigionati e soffrono”. “Cammineremo con loro - conclude il Gfn - verso la libertà”.

Ultimo aggiornamento: 18 marzo







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