Allarme dei Federconsumatori: c’è il rischio che la Tasi risulti più cara dell’ Imu
2012
La nuova Tasi rischia di essere più cara rispetto all’Imu per i 5 milioni di famiglie
che nel 2012 risultavano esenti grazie alle detrazioni. Lo rileva una ricerca condotta
dalla Federconsumatori nelle 105 città capoluogo italiane e presentata ieri a Roma.
Un allarme che potrebbe rientrare se i Comuni rinunceranno ad aumentare dello 0,8
per mille l'aliquota sulle prime case. Tutti dipenderà dunque dai bilanci delle singole
amministrazioni. Al microfono di Adriana Masotti sentiamo il dott. Mauro
Zanini, vice presidente nazionale della Federconsumatori e responsabile del Centro
ricerche C.R.E.E.F a cui si deve lo studio: R. - Direi che c’è
da allarmarsi perché c’è stato un taglio dei finanziamenti dello Stato per quanto
riguarda i bilanci dei comuni; poi nell’applicare la Tasi temiamo che, in molti casi,
questa si pagherà di più rispetto l’Imu del 2012. Naturalmente, chiediamo che così
non sia. Noi abbiamo fatto una simulazione: qualora vengano introdotte – ed è quello
che chiediamo - le detrazioni sulla prima casa, il risultato comporterebbe una spesa
della Tasi che sia inferiore a quanto pagato per l’Imu nel 2012. E chi potrà finanziare
queste possibili detrazioni per le prime case? Noi chiediamo che queste vengano sostenute
con l’aumento della tassa per le seconde case e quindi affrontando anche un problema
di equità, cioè chi ha di più dia qualcosa in più per sostenere esenzioni, o detrazioni
su chi ha una prima casa, unico bene immobile che si possiede. Proprio com’ era nel
2012, dove cinque milioni di proprietari di prime case non pagavano la quota dell’Imu
perché c’era una detrazione di 200 euro, più 50 per ogni figlio.
D. - Questo
per quanto riguarda le famiglie meno abbienti che rischiano di pagare di più. Ma c’è
un altro fattore, la questione degli inquilini che con l’Imu non c’entravano…
R.
- Esatto. Con la nuova Tasi per le seconde case prevediamo che ci sarà un aumento
significativo e per questi aumenti una parte saranno coinvolti gli inquilini. Sarà
una gestione molto difficile perché nei contratti di affitto non era previsto - se
non dal 2010 - di allegare anche i dati catastali dell’immobile e quindi non sarà
neanche facile per i comuni risalire a che tipo di immobile si tratta per poter pretendere
il pagamento di una quota dagli inquilini. Avendo poi presente che, da una parte,
la Tasi utilizza gli stessi criteri di imposizione dell’Imu - calcolati sull’immobile
- dall’altro vuole però risponde anche ad esigenze di copertura dei servizi dei comuni,
che sono quelli “indivisibili”, come la manutenzione delle strade…
D. – Cioè
i servizi per tutti…
R. - Sì, i servizi per tutti.
D. - L’unico vantaggio
forse è che chi ha una seconda casa cercherà di affittarla e non di tenerla libera…
R.
- Esatto.
D. - Tutta questa incertezza sugli importi delle tasse sulle case
quanto incide sull’economia, sui movimenti di compravendita in Italia?
R. -
Incide in modo significativo. Nel 2011 c’era l’Ici, nel 2012 l’Imu, nel 2013 la mini
Imu, nel 2014 la Tasi: oggettivamente, questa forte incertezza applicativa e regolamentare
determina una situazione che si ripercuote anche nelle scelte di acquisto, anche se
il grosso della caduta delle transazioni, degli acquisti e del crollo anche dei mutui
è più legato ad una situazione più generale, quale l’attuale recessione che sta mordendo
sempre di più la carne di milioni di famiglie italiane. Ultimo aggiornamento:
18 marzo