Sud Corea in attesa del Papa. Il direttore del Santuario di Jeoldusan: sarà un messaggio
di pace
In Corea del Sud già fervono i preparativi per la visita che Papa Francesco compirà
in questo Paese dal 14 al 18 agosto. L’occasione, lo ricordiamo, è data della sesta
Giornata della Gioventù Asiatica, che si svolgerà nella diocesi di Daejeon. Il Papa
presiederà anche la cerimonia di Beatificazione di un gruppo di martiri coreani. La
Corea ha conosciuto nella storia numerose persecuzioni anticristiane e questa Chiesa
è fondata proprio sul sangue dei martiri. A Seul sorge il celebre Santuario di Jeoldusan,
la cosiddetta Collina dei martiri, meta tradizionale di pellegrinaggi. Ce ne parla
Davide Dionisi:
Il nome del
Santuario significa letteralmente “Collina della decapitazione”. E infatti nel 1866
ad un gruppo di cattolici coreani venne tagliata la testa in virtù di un decreto del
sovrano dell’epoca. I corpi furono poi gettati in un fiume adiacente. In cima a questo
colle è stata costruita una cappellina quale testimonianza di un martirio e della
presenza della Chiesa in Corea. Ogni anno questo luogo è meta di pellegrinaggio di
oltre cinquecentomila persone, la maggior parte delle quali è cattolica. Vengono anche
protestanti, buddisti e persino atei, magari solo per trascorrere qualche ora nel
vicino parco pubblico. All’indomani della notizia della visita del Papa, il direttore
del Santuario, don Timoteo Jung, non nasconde la sua gioia.
D. - Tutto
il popolo coreano aspetta con il cuore pieno di gioia la visita pastorale di Papa
Francesco.
D. - Dopo 25 anni, la visita di un Papa in Corea: cosa significa
per la comunità di fedeli?
R. – Noi cattolici, ma anche tutti i coreani, sentiamo
che Papa Francesco ama tanto il nostro popolo coreano, la nostra penisola coreana.
Sentiamo che questo è un messaggio di pace e riconciliazione.
D. - Come accoglierete
Papa Francesco, tenuto conto che Jeoldusan è uno dei luoghi di preghiera più frequentati
che ha fatto registrare presenze record nelle meditazioni da voi organizzate per l’Anno
della Fede?
R. - Nel miglior modo possibile, senza limitazioni del cuore. Sicuramente
i cattolici, ma tutto il popolo coreano, tutti vogliamo accogliere il Papa non tanto
come capo della Chiesa cattolica ma come capo del mondo, capo dell’umanità intera.
La diocesi di Daejeon ha già organizzato tutto; insieme con la Conferenza episcopale
coreana stiamo facendo i preparativi pensando a Papa Francesco come ad una persona
semplice, sempre vicina ai poveri.